Ospizio lager di Assisi, condanne per 45 anni e 9 mesi di reclusione per gli undici imputati

Quarantacinque anni e nove mesi di reclusione. E’ la sentenza emessa oggi dal giudice del Tribunale di Perugia Francesco Loschi nei confronti degli imputati coinvolti nel processo sui maltrattamenti nella struttura socio riabilitativa di Torchiagina di Assisi. Le accuse erano pesantissime: maltrattamenti, lesioni e sequestro di persona nei confronti di alcuni pazienti ospiti della comunità l’Alveare di Torchiagina che accoglie malati psichici e disabili. Secondo quanto emerse dalle indagini del 2016 i pazienti ospiti sarebbero stati picchiati e offesi. Violenze fisiche e verbali, punizioni e umiliazioni, pazienti legati. A dare inizio all’indagine fu un esposto anonimo che conteneva anche delle foto, il resto lo hanno fatto alcune testimonianze e le immagini delle telecamere piazzate dagli inquirenti all’interno della struttura e alcune intercettazioni. A giugno del 2016 vennero arrestati cinque operatori, con il titolare della comunità indagato per non aver vigilato su quanto avveniva all’interno della struttura. Dall’attività dei Carabinieri del Nucleo antisofisticazione venne fuori alcuni pazienti furono rinchiusi nei bagni, altri picchiati con il bastone, altri ancora lasciati senza pasti. A distanza di sei anni è arrivata la sentenza del Tribunale di Perugia: undici condanne, 45 anni e 9 mesi di reclusione, pene più severe rispetto alle richieste del Pubblico ministero Filomena D’Amora. Tutti gli imputati condannati, anche i tre rispetto ai quali la procura aveva chiesto l’assoluzione. Sei anni di carcere per il gestore della comunità Alveare di Torchiagina, Fulvio Fraternale, 78 anni, un anno in più rispetto alla richiesta dell’accusa. La pena più alta è stata inflitta a Bogdan Gancean Radu, 35 anni, rumeno: sarebbe stato lui secondo gli inquirenti a fratturare un braccio ad una donna che non stava zitta. Sempre lui avrebbe avrebbe mostrato un bastone ad un paziente in sedia a rotelle.  Sei anni e mezzo per Maria Grazia Chiarello; cinque anni e mezzo per Alessio Belardi; tre anni e nove mesi per Matteo Servello; tre anni per Irene Fraternale Macrì per la quale il pm aveva chiesto l’assoluzione; due anni e nove mesi per Antonio Vasta ( anche per lui il pm aveva chiesto l’assoluzione); due anni e due mesi per Rosa Piscitelli; due anni e nove mesi per Eleonora Bacchi; due anni e nove mesi per Vito Mauro; due anni e nove mesi per Luisa Moschiano (il pm aveva chiesto l’assoluzione).