Tragedia Assisi, l’avvocato rinuncia a difendere Fabbri: l’indagine passa alla procura di Firenze

L’avvocato Delfio Berretti rinuncia all’incarico di difensore di Piero Fabbri, accusato di omicidio nell’indagine sulla battuta di caccia ad Assisi nella quale è morto Davide Piampiano. La decisione sarebbe stata presa per questioni di opportunità legate ai rapporti con la famiglia della vittima e sarà formalizzata domani mattina. Intanto è stato trasmesso dal Gip di Perugia alla Procura di Firenze il fascicolo, nel quale si ipotizza l’omicidio volontario con dolo eventuale. La madre di Piampiano è infatti giudice onorario e quindi il codice penale prevede che a occuparsi del caso debbano essere i magistrati toscani. Il giudice del capoluogo umbro fisserà ora l’interrogatorio di garanzia poi l’intero procedimento finirà a Firenze. Nel frattempo si delinea il quadro accusatorio nei confronti di Fabbri. Nelle immagini della piccola telecamera che portava nel cappellino, per poi condividere sui social, si vede Piampiano con entrambe le mani occupate, il telefono cellulare in una e un localizzatore Gps nell’altra. Poi uno sparo, l’arrivo di Fabbri, che gli dice “ma cosa ti ho fatto”, con il fucile e gli ultimi minuti di vita del giovane Davide colpito al petto da proiettile calibro 12. Poi una telefonata fatta all’altro giovane impegnato nella battuta da caccia nella quale dice che “Davide si è sparato al petto” mentre dall’autopsia è emerso che il colpo era stato esploso da lontano. E’ stato proprio il comportamento di fabbri a far ipotizzare l’omicidio volontario. L’uomo è infatti accusato di avere cercato di depistare le indagini e soprattutto di avere omesso “di chiamare tempestivamente” i soccorsi. Tra gli elementi d’accusa per l’arresto anche il fatto che all’arrivo dei soccorsi non avesse né la giacca né il fucile da caccia.