La Procura chiede il carcere per tre imprenditori umbri: tangente di 760 mila euro per appalto rifiuti di 315 milioni a Città di Castello
La Procura della Repubblica di Perugia ha chiesto l’arresto in carcere per corruzione di Cristiana Goracci di Città di Castello, della società pubblica dei rifiuti “So.Ge.Pu.”, di Antonio Granieri imprenditore perugino della “Ece srl” e Massimiliano Nebbial della “Omn Componenti”. E’ quanto emerge dal Corriere della Sera di oggi, in un articolo di Luigi Ferrarella. Si tratta del primo caso di “contradditorio preventivo”, in base alla legge Nordio in vigore dal 24 agosto. E’ stata la Gip del Tribunale di Perugia, Natalia Giubilei, ad avvisare gli indagati. Cristiana Goracci, amministratore di “So.Ge.Pu. spa” è accusato di aver “indebitamente ricevuto da Granieri 750 mila euro per messa a disposizione delle proprie funzioni nell’agevolare la partecipazione di “Ece srl” al bando vinto da “Sog.Eco.srl” (51% di Ece e 49% di So.Ge.Pu.) per l’appalto di 315 milioni in 15 anni di raccolta rifiuti di 14 comuni dell’Altotevere. Così come 36.ooo euro di Nebbiai nel 2019-2022 “per atti contrari a doveri d’ufficio” per favorire la ditta Omn nella fornitura di 600 cestini stradali dei rifiuti da 300.000 euro. I tre saranno interrogati dopodomani, giovedì, dal Gip per il contradditorio anticipato sulle accuse mosse dalla Procura della Repubblica. Subito dopo il Gip deciderà sulla richiesta di arresto in carcere dei tre indagati. Secondo la Procura della Repubblica, la tangente sarebbe stato realizzata dietro “consulenze in realtà mai effettuate”. I tre indagati saranno difesi dagli avvocati Roberto Rampioni, Giuseppe Caforio e Paolo Trebbi. L’accusa è sostenuta dal procuratore Raffaele Cantone e dal pm Paolo Abbritti.