Mistero Montecristo, l’imprenditore tifernate Pecorelli fa scena muta davanti ai magistrati di Grosseto

Davide Pecorelli ha fatto scena muta. Davanti ai magistrati della Procura della Repubblica di Grosseto, l’imprenditore tifernate si è avvalso della facoltà di non rispondere. Assistito dall’avvocato Giancarlo Viti, Pecorelli non ha risposto a nessuna domanda e quello che doveva essere l’interrogatorio chiave di tutta la vicenda si è risolto in un solo minuto. I magistrati toscani si aspettavano da lui spiegazioni sulla storia del tesoro che il 45enne di San Giustino ha dichiarato di aver trovato all’Isola di Montecristo. Per la Procura di Grosseto Pecorelli deve rispondere del reato di ricettazione relativo ad una serie di reperti storici di grande valore che sarebbero stati in suo possesso senza titolo. Dalle indagini, infatti, è emerso che il 45 enne aveva con sé delle monete antiche che non facevano parte di alcun tesoro nascosto ma erano state trafugate nel 2019 dal museo di San Mamiliano a Sovana , in provincia di Grosseto.  Pecorelli, dal suo canto, ha dichiarato ai magistrati della Procura di Perugia di aver rinvenuto all’Isola di Montecristo due casse contenenti le monete d’oro. Gli inquirenti toscani si aspettavano proprio oggi una ricostruzione credibile da parte dell’indagato, sul furto delle monete d’oro e sulle effettive ragioni della sua scomparsa. Pecorelli però ha preferito fare scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il mistero di Montecristo e delle 65 monete d’oro è destinato a durare ancora per molto tempo.