Al Gallenga la presentazione del libro di Andrea Riccardi: “Tutto può cambiare ma siamo diventati gente spaventata”

PERUGIA – «Tutto può cambiare ma siamo diventati gente spaventata. Forse la paura è la protagonista del nostro tempo: 50 anni fa, nel ‘68, era l’audacia. Il rancore latente nelle diverse generazioni e latitudini crea aggressività, genera mostri come le radicalizzazioni e i fascismi. Bisogna ricominciare a dialogare con passione civile in mezzo alla gente per ricucire una società lacerata dalla paura dell’altro». Lo ha detto Andrea Riccardi, fondatore della comunità di S. Egidio, storico, editorialista del Corriere della Sera e grande studioso della chiesa che ha ripercorso – durante la presentazione del suo ultimo libro “Tutto può cambiare” a palazzo Gallenga dell’Università per stranieri di Perugia – le grandi solitudini contemporanee caratterizzate dalla paura che domina le relazioni umane. All’evento, promosso dalla Stranieri in collaborazione con l’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, l’Associazione Beata Colomba e l’Associazione Umbria-Grecia, sono intervenuti il rettore Giovanni Paciullo, il card. Gualtiero Bassetti, il prof. Marco Impagliazzo e il giornalista Rosario Carello.

“Il libro di Riccardi – ha detto il rettore Giovanni Paciullo – sembra dare una speranza in un momento storico in cui i valori di riferimento si perdono dentro lacerazioni sociali e conflitti mondiali. Una riflessione tra passato e futuro di un uomo che crede nell’uomo e che trova soluzioni per vivere la complessità del presente in un cristianesimo moderno rivolto al futuro”.

La presentazione del volume, una conversazione-intervista del fondatore di Sant’Egidio con Massimo Naro, docente di Teologia sistematica all’Università di Palermo, è stata anche l’occasione per riflettere sui grandi temi della contemporaneità, dai mutamenti geopolitici ai nostri conflitti sociali ripercorrendo le attività dei primi cinquant’anni della comunità fondata nel 1968.

“Tutto può cambiare” – ha detto il presidente della Comunità di S. Egidio, Marco Impagliazzo – è un libro che c’invita a pensare, riflettere e ragionare al presente e al futuro. Si tratta non di un libro su Riccardi ma di un’intervista a Riccardi sul mondo di Sant’Egidio, di come la comunità ha visto il mondo in questi 50 anni a partire dagli anni del post-concilio, dell’epoca del ‘68, degli anni della guerra fredda. Riccardi – ha aggiunto Impagliazzo – ci restituisce un lavoro di grande analisi e di grande capacità d’interpretare gli avvenimenti importanti della storia, dall’Africa all’America Latina fino al Medioriente e all’Asia”.

Per il cardinale Gualtiero Bassetti presentare questo libro significa svolgere una riflessione sull’oggi della Chiesa: sia perché la Comunità di Sant’Egidio è parte integrante e costitutiva del corpo vivo della Chiesa. “Quest’incontro – ha spiegato il cardinale Bassetti – non vuol certo essere un momento commemorativo che guarda al passato con un po’ di nostalgia e di malcelata ingenuità – strizzando gli occhi a quello che Andrea Riccardi ha definito “il mito delle origini” – e neanche un evento celebrativo, a tratti agiografico, che si rivolge ad un futuro prossimo con quel sentimento, genuino ma fuorviante, dell’essere umano che pensa di aver scritto la storia. La storia, come è detto bene nel volume, è sempre guidata dal Signore. Agli uomini, però, spetta il compito, con la loro libertà, di agire nel “flusso della storia” con le opere e con la preghiera”.

Il Rettore Paciullo a conclusione della manifestazione ha consegnato il sigillo della Stranieri ad Andrea Riccardi per il suo impegno a favore della pace e per il suo costante lavoro di ‘costruttore di dialogo’.

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