Capolavori del Trecento, Scheggino presenta gli itinerari appenninici

SCHEGGINO – In vista della grande mostra “Capolavori del Trecento. Il cantiere di Giotto, Spoleto e l’Appennino” che si terrà dal 24 giugno nelle sedi di Montefalco, Spoleto e Trevi, giovedì 26 aprile, alle ore 17.30, sarà presentato a Scheggino presso la Sala Arte Valcasana l’itinerario di visita dei cicli pittorici nelle chiese della Valnerina e della Valle Umbra, dipinti dai maestri usciti dal cantiere di Giotto ad Assisi.

La mostra, ideata e curata da Vittoria Garibaldi e Alessandro Delpriori, prevede l’esposizione di 70 opere, tra straordinari fondi oro e sculture di primo Trecento, provenienti da prestigiose raccolte nazionali e internazionali. Dallo Spazio Arte Valcasana di Scheggino partiranno gli itinerari territoriali e sarà possibile averne completa documentazione.
Nell’incontro di giovedì, degli itinerari appenninici nell’arte del Trecento parleranno Paola Agabiti in Urbani sindaco di Scheggino, Giampiero Fusaro presidente del GAL Valle Umbra e Sibillini, Marica Mercalli soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Vittoria Garibaldi e Alessandro Delpriori curatori della mostra e Fernanda Cecchini assessore alla cultura della Regione Umbria. Saranno presenti i sindaci dei Comuni di Montefalco, Spoleto e Trevi, il Polo Museale dell’Umbria, l’Archidiocesi Spoleto-Norcia, il presidente dell’Associazione Rocca Albornoziana.

Il progetto espositivo “Capolavori del Trecento” intende valorizzare lo straordinario patrimonio artistico prodotto tra la fine del Duecento e la metà del Trecento, che si espresse in Umbria con un grande fermento politico, religioso, sociale e artistico. Le quattro sedi della mostra saranno: a Trevi la Raccolta d’Arte di San Francesco, a Spoleto il Museo Diocesano – Basilica di Sant’Eufemia e il Museo Nazionale del Ducato, a Montefalco il Complesso Museale di San Francesco.
Questa mostra – ha sottolineato il Sindaco di Trevi Bernardino Sperandio, comune capofila – è l’occasione per dare una visibilità importante al territorio coinvolto. Le collezioni permanenti dei musei ospitanti dialogheranno con capolavori unici, di cui alcuni per la prima volta concessi in prestito. Tra il Duecento e il Trecento l’Umbria è teatro della più importante rivoluzione artistica del medioevo. Con la ricostruzione del corpus delle opere di maestri anonimi, spesso pittori e scultori allo stesso tempo, la mostra ha l’obiettivo di valorizzare una scuola pittorica ad oggi poco conosciuta, ma di grande interesse culturale”.

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