Festa della donna a Castiglione del Lago: iniziative a Palazzo della Corgna e al Cinema Caporali

CASTIGLIONE DEL LAGO – Il prossimo 8 marzo la Giornata Internazionale della Donna compie 110 anni: la prima infatti si svolse negli Stati Uniti nel 1909. A Castiglione del Lago sono interessanti le iniziative organizzate dall’Amministrazione comunale insieme a Lagodarte e alla libreria Libri Parlanti, in collaborazione con le associazioni del territorio.
Venerdì 8 alle 17:30 a Palazzo della Corgna, nella classica Sala del Teatro, appuntamento con “La parola alle donne” un reading dedicato alla scrittrice Clara Sereni, perugina d’adozione scomparsa lo scorso 26 luglio, in collaborazione con la casa editrice Ali&no. «Abbiamo scelto Clara Sereni – ha spiegato Ivana Bricca, assessore alla cultura del Comune di Castiglione del Lago – perché è stata una figura di donna estremamente significativa in Italia e poi legatissima all’Umbria che aveva scelto come sua terra di residenza. Con una sensibilità dovuta anche alla sua difficile vicenda umana, Sereni ha unito il suo impegno sociale a quello politico come assessore e vicesindaco di Perugia. Una donna completa, un’ottima scrittrice, una lottatrice che si è impegnata a cambiare il mondo, quindi perfetto simbolo della Festa della Donna».
Al Cinema Caporali alle ore 18 in versione originale con sottotitoli e poi alle 21:30, Lagodarte presenta il film “A Private War” di Matthew Heineman, con Rosamund Pike, Jamie Dornan, Tom Hollander, Stanley Tucci, Greg Wise, Faye Marsay (drammatico-biografico, durata 110 min. USA 2018), un “biopic” che si interroga sul mestiere del reporter, sul senso ultimo di documentare la sofferenza, dedicato ad una donna forte e coraggiosa.
È la storia di Marie Colvin, reporter di guerra per il Sunday Times dal 1985 fino alla sua morte a Homs nel 2012. Bella e talentuosa, ha vinto numerosi premi, convinto Arafat a raccontarle la sua vita e Gheddafi a farsi intervistare ben due volte. In Sri Lanka aveva perso un occhio e guadagnato un coraggio da pirata. Era stata a Timor Est, in Cecenia, in Iraq, Afghanistan, Libia. Con il fotografo freelance Paul Conroy aveva stretto un sodalizio professionale che durò fino alla fine. Ispirato all’articolo di Marie Brenner per Vanity Fair, “A Private War” è un prodotto classico su una donna che di tipico non aveva nulla e alla quale Rosamund Pike dà corpo con una performance quasi violenta, forse persino esagerata, ma che trasuda passione e ossessione: esattamente le forze che hanno spinto Marie Colvin a fare tutto quello che ha fatto. Il regista americano Matthew Heineman aveva davanti due sfide: passare dal documentario al film di finzione, e lo ha fatto restando in un territorio in cui le immagini della realtà respirano continuamente sottotraccia e la documentazione è nella materia stessa del racconto, e, in secondo luogo, raccontare non uno ma diversi scenari di guerra, nei quali il suo paese, col suo esercito e la sua copertura mediatica, è stato drammaticamente coinvolto, per non dire corresponsabile. Heineman decide di vedere la guerra come la vedeva Marie Colvin, vale a dire nei suoi effetti sui civili; effetti strazianti, su persone innocenti. E poiché di biopic si tratta, il film indaga anche gli effetti psicologici della guerra sulla stessa Colvin, vittima di una sindrome post traumatica che la obbligava a rivedere sempre lo stesso film dell’orrore, nutrendolo ad ogni conflitto di nuove e indelebili immagini, ma anche a dipendere da quel genere di adrenalina e da una consuetudine alla fuga, anche dalla felicità. Il film però non mette soltanto la Colvin davanti allo specchio, ma interroga anche il suo mestiere, il senso ultimo di documentare la sofferenza. Pur non particolarmente ispirato in molti frangenti (non funzionano, per esempio, gli incubi troppo effettati e i passaggi di ambiente che sconfinano dal quotidiano all’orrorifico), su questo argomento “A Private War” si muove in maniera corretta, problematizzando l’atto di dissotterrare (letteralmente) il dolore per dovere di cronaca. Il finale risponde infine tanto al personaggio che alla sua domanda esistenziale, nello stesso terribile modo. In Siria, la tragedia umana assume proporzioni e modalità mai conosciute prima: la Corbin testimonia con la vita, il mondo guarda dal televisore. Lagodarte ha fissato un prezzo unico ridotto a 5 euro.
Infine sabato 9 marzo alle ore 17.30 presso la libreria Libri Parlanti Valeria Ventura presenta “Le innocenti” edito da Tozzuolo. Nella Perugia del XVI secolo, Sarah, Benedetta e Domitilla, subiscono un grave danno che le segnerà profondamente e che determinerà il corso di tutta la loro esistenza.

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