UmbriaEnsemble, alla Sala dei Notari “Desiderio e speranza. Le stagioni della luce”

PERUGIA – Quando, nell’estate del 1891, Johannes Brahms compose il Quintetto per Clarinetto ed Archi in Si minore, op.115, aveva già deciso che la sua attività di compositore era ormai definitivamente conclusa. Appena pochi mesi prima, infatti, nel 1890, incurante della straordinaria celebrità che aveva raggiunto, e addolorato per la perdita di persone a lui care, aveva confessato al suo amico ed editore Simrock a proposito del Quintetto per Archi op.111: “Con questa nota ci si può accomiatare dalla mia musica , perché è ora di smettere”.
Più che l’amarezza e la rassegnazione, tuttavia, poterono la passione e l’amore per la Musica; ma anche, e soprattutto, la fascinazione che il grande clarinettista Richard von Mühlfeld aveva esercitato sull’anziano compositore. Dopo aver ascoltato infatti Mühlfeld suonare Mozart e Weber alla corte di Meiningen dove si trovava ospite, Brahms si risolse rapidamente a riprendere penna e carta da Musica, e con incredibile rapidità consegnò alla storia della Musica due capolavori: il Trio op.114 ed il Quintetto op.115. Sublime espressione dell’estrema stagione compositiva del grande amburghese, il Quintetto si divide in quattro movimenti che tracciano una sorta di ideale viaggio circolare, con un tema nostalgicamente lirico che apre e chiude l’intera composizione, quasi a suggellare un’esperienza che pur nel dominante colore autunnale dell’opera, va a raggiungere gli ambiti emotivi più profondi e diversi.
Un autunno  esistenziale e poietico intriso di tenerezza e fecondo di nuova linfa vitale, che nel Quintetto in Si minore fiorisce in una continua germinazione di nuove idee musicali secondo il consolidato modello brahmsiano dell’autogemmazione, della variazione continua, resa fortemente coerente e stringente non solo dall’unità tonale della composizione, ma anche dalla dolcezza timbrica del clarinetto che viene trattato come “primus inter pares” nella concertazione con gli archi. Rendere tutti gli aspetti di un capolavoro tanto sapiente, summa creativa di un grande artista, non è mai facile: questa è la sfida che UmbriaEnsemble (Claudio Mansutti, Clarinetto; Angelo Cicillini e Cecilia Rossi, Violini; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello) raccoglie ed interpreta Venerdì 29 Novembre, nella splendida Sala dei Notari di Perugia, per l’AUCC, l’Associazione Umbra per la lotta Contro il Cancro. Fondata nel 1985, l’AUCC nei suoi quasi trentacinque anni di attività è sempre cresciuta tanto nel numero dei volontari che dei servizi che è in grado di offrire, sia nella ricerca che nell’assistenza oncologica.
Un messaggio forte, tra desiderio e speranza – come appunto recita l’ispirazione della serata – che l’ineffabile perfezione e fascinazione espressiva della Musica di Brahms, con le sue imprevedibili e sempre più fulgide stagioni della luce , vuole consegnar ci : perché pur e quando sembra che la vita voglia scrivere la sua ultima parola, nuove stagioni di rinnovata luc e possono accendersi anche per noi.