Chiusura Treofan: protesta dei lavoratori, note assessore Fioroni e Ugl Chimici
Treofan – Lavoratori della Treofan di Terni in strada, questa mattina, in segno di protesta contro il graduale disimpegno della proprietà Jindal rispetto al sito produttivo del polo chimico. Dopo un’assemblea che si è svolta davanti allo stabilimento, i dipendenti, insieme a rsu e segreterie territoriali del comparto, si sono mossi in corteo all’interno dell’area industriale fino ai cancelli. Una volta in via Narni hanno raggiunto la strada, rallentando il traffico un paio di volte per una decina di minuti, in maniera simbolica. La protesta si è svolta a poche ore dall’incontro con l’azienda convocato dal ministero dello Sviluppo economico, previsto nel pomeriggio. “Il ministero deve prendere una posizione netta e chiara nei confronti di Jindal” è stato l’appello lanciato dai rappresentanti di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici. “Clienti e profitti ci sono – hanno continuato -, la Treofan rimanga e continui a svilupparsi, altrimenti è si nomini un advisor per individuare altri soggetti che possano garantire la continuità produttiva”. Tra le ipotesi avanzate anche quella di adire alle vie legali nei confronti della proprietà, che sta continuando a spostare ordini e materie prime verso altri stabilimenti del gruppo. Circa 150 i lavoratori diretti interessati alla vertenza che, è stato detto, “nel complesso potrebbe avere ricadute su circa 600 famiglie”. All’assemblea era presente anche il sindaco di Terni, Leonardo Latini, insieme a diversi consiglieri comunali e regionali e alla senatrice Valeria Alessandrini.
ASSESSORE MICHELE FIORONI – Durissima presa di posizione dell’assessore allo sviluppo economico Michele Fioroni durante il tavolo Treofan odierno, convocato dal Ministero dello sviluppo economico. “L’annuncio della chiusura del sito di Terni – dichiara l’assessore Fioroni – è una volgare mancanza di rispetto per il Paese, per la Regione Umbria, per la città di Terni e per tutti quei lavoratori che stanno rischiando il posto di lavoro. Dopo otto mesi di trattative non si può prendere in giro la storia industriale della città, la competenza produttiva nel settore chimico e tutte le aziende che operano nel polo ternano, che hanno espresso da subito tutta la loro preoccupazione. Non è ammissibile un atteggiamento di questo tipo – conclude l’assessore – dopo che ci siamo impegnati a sostenere con i nostri strumenti l’ipotesi di sviluppo industriale dello stabilimento in questione. Ci opporremo in ogni sede e con ogni mezzo anche legale, in sintonia con il ministero, a questa decisione”.
UGL CHIMICI – Doccia gelata per lo stabilimento Treofan di Terni durante la videoconferenza tra la proprietà, il Mise e le parti sociali. L’amministratore delegato dal gruppo indiano Jindal ha infatti annunciato la messa in liquidazione della società e la chiusura del sito produttivo umbro. Una decisione che l’Ugl Chimici ritiene ingiusta, figlia di una strategia irresponsabile del gruppo Jindal: “In questi due anni – ha detto nel suo intervento l’esponente della segreteria nazionale dell’UGL Chimici Enzo Valente – abbiamo osservato il disinteresse del management e denunciato lo spostamento delle commesse verso altri stabilimenti, motivo per cui questo annuncio oggi non ci sorprende. Apprezziamo la presa di posizione del Mise che ha deciso di rifiutare la messa in liquidazione e le posizioni di Regione e Comune che hanno ben sottolineato come il gruppo indiano abbia acquisito in Italia know-how, abbia preso fondi pubblici, e poi chiuso due stabilimenti come Battipaglia e Terni. Occorre ora verificare la legittimità di tutte queste operazioni”. Il sindacato ha proposto al Mise di prendere in mano la situazione: “Il Governo assuma il comando della situazione nominando un advisor per la vendita libera dello stabilimento anche a concorrenti del settore. E’ questa la soluzione migliore per mantenere l’attività produttiva sul territorio di Terni e salvaguardare i livelli occupazionali. Pretendiamo che su Terni si continui a fare impresa e auspichiamo che Kaufmann e la proprietà mostrino il senso di responsabilità sociale non avuta in questi due anni”.