CE LA FAREMO

di Pierluigi Castellani

L’emergenza che stiamo vivendo induce a qualche considerazione, che può migliorare in ciascuno di noi quel sentimento di appartenenza ad un comune destino, che dovrebbe essere sempre presente in chi si fregia di annoverarsi tra gli umani. Con la dichiarazione, da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che oramai ci troviamo di fronte ad una pandemia, improvvisamente vengono abbattute tutte le barriere, che di tanto in tanto qualche tenace nazionalista e sovranista di turno vorrebbe alzare. Volenti o nolenti siamo immersi nel fenomeno della globalizzazione, che ogni tanto qualcuno vorrebbe ignorare o addirittura negare. Non bastano i muri a frenare il virus, che come dice l’OMS sta interessando tutto il mondo. In questo caso paradossalmente questa diffusione spinge tutti i popoli del mondo a riscoprirsi solidali nelle misure da adottare accettando così quella medesima condizione, che alcuni vorrebbero negare. Questa considerazione l’ha fatta per prima Ursula von der Leyn, presidente della commissione europea, quando ha postato sui social un video messaggio dichiarando , a proposito degli europei, “siamo tutti italiani” , così evocando un linguaggio, che ha segnato tappe importanti della nostra storia (si pensi al “siamo tutti berlinesi” dopo la crisi del muro di Berlino e al “ siamo tutti americani” dopo l’attacco alle Torri gemelle). Questa riscoperta di una medesima comunità di destino la ritroviamo, in modo quasi impensabile appena una settimana fa’, nell’aiuto promesso all’Italia dalla Cina il paese colpito per primo dal corona-virus. Arriveranno infatti dalla Cina medici esperti che hanno combattuto, si spera con definitivo successo, l’epidemia nel loro paese. E’ così, nelle situazioni peggiori, si riscoprono i sentimenti di solidarietà e di appartenenza ad una medesima comunità. Lo vediamo noi italiani nel coraggioso impegno dei medici e del personale sanitario, che sta con encomiabile dedizione da giorni e giorni, senza risparmiarsi, sul fronte della lotta al corona-virus e lo si sta registrando in tutta l’Europa, che non farà mancare il suo sostegno finanziario alle misure eccezionali prese dal nostro governo. E del resto il propagarsi del contagio anche negli altri paesi europei non può non facilitare quella spinta ad una maggiore coesione della UE nei momenti di crisi, che non sono mancati in questi ultimi anni. Anche sul piano personale ci stiamo accorgendo che gli italiani si stanno adeguando alle ultime eccezionali restrizioni adottate dal governo Conte. Si prende atto che dai nostri comportamenti personali non dipende solo la personale salute di ciascuno di noi, ma , e soprattutto, la salute degli altri cittadini. Si vede insomma un’attenzione agli altri, che non sempre prima si registrava. Certamente questa grave emergenza avrà conseguenze negative su noi tutti e sull’economia del nostro paese, ma il ritrovarci tutti dentro il destino degli umani è la migliore premessa per ripartire. E come dicono anche alcuni striscioni postati dai ragazzi di fronte a qualche ospedale: “ce la faremo”.