Il nuovo anno scolastico al via

di Pierluigi Castellani

Il familiare suono della campanella chiama anche in Umbria gli studenti ad entrare nelle classi. E’ un’occasione, che non deve essere persa dal nuovo governo per fare dell’istruzione la questione centrale al fine di dare un futuro al paese, ma deve anche richiamare  l’attenzione delle famiglie il cui intervento non può essere banalizzato nel richiedere comunque per i propri figli la promozione e il raggiungimento dell’agognato diploma. La questione dell’educazione e dell’istruzione in genere è troppo importante  e non può essere ridotta al raggiungimento del fatidico sei, perché se il livello dell’istruzione si abbassa e si dequalifica ne risente una comunità intera, che ha invece bisogno di giovani preparati a raccogliere le sfide, che oggi ci troviamo di fronte. Tutti gli indicatori rilevano che le aziende hanno bisogno di personale altamente qualificato. L’evolversi rapido della tecnologia applicata ad ogni tipo di produzione richiede personale che sappia rispondere a questa sfida.

Ma così avviene per ogni tipo di attività, anche quella autonoma, dove il mettersi in gioco è la prima attitudine che viene richiesta. Non si fa il commercialista, l’avvocato, l’ingegnere, l’architetto, il medico senza un background culturale di tutto rispetto alle spalle. Per questo senza impegnarsi seriamente nello studio fin da giovanissimi, accettandone tutti sacrifici e le regole che questo percorso impone, non si va da nessuna parte e non solo i singoli ma tutto l’intero paese. Certamente un maggiore impegno finanziario da parte del governo è assolutamente necessario. L’Italia ancora spende per l’istruzione meno di molti altri paesi europei. E non ci sono da rivalutare soltanto gli stipendi degli insegnanti ma occorre che le scuole vengano tutte dotate dei nuovi mezzi informatici  e di tutte quelle risorse necessarie per dare concretezza alla progettualità, che è implicita in quella autonomia, che è stata rafforzata dalla legge sulla buona scuola tanto vituperata e non compresa da certa politica, ma che è essenziale affinché la scuola dia risposte alle richieste del territorio in cui è inserita. Certamente per questo è necessario che l’esigenza di un’alta qualificazione dell’istruzione venga assunta prioritariamente dal personale docente, che deve mettere le proprie competenze al servizio del progetto educativo richiedendo la necessaria collaborazione dei genitori e non temendo di dover declinare la propria professionalità in coerenza con le domande che i tempi nuovi reclamano. E’ ovvio che a questa nuova sfida tutti debbono collaborare anche le istituzioni locali, dai comuni alla regione, perché la qualità dell’istruzione arricchisce in primo luogo il territorio in cui la scuola è inserita, senza dimenticare l’emergenza ancora aperta nelle zone colpite dal terremoto di tre anni fa. Ancora lì la scuola spesso vive nella precarietà. Che il suono della campanella sia di monito per chi ha il dovere di porre fine a questa precarietà.