La parola dei fatti
di Pierluigi Castellani
Ci vuole molto impegno da parte delle opposizioni per oscurare la forza degli ultimi dati Inps sull’occupazione. Infatti a novembre 2017 gli occupati erano 23 milioni e 183 mila, un dato mai raggiunto da 40 anni a questa parte. Il tasso di occupazione è salito al 58,4 %,la disoccupazione è scesa all’11% mentre quella giovanile è al 32,7%, tutti dati questi migliori rispetto agli anni precedenti in cui il paese ha vissuto la crisi. Altro dato positivo riguarda l’occupazione femminile che è al 49,2%, risultato questo mai raggiunto fino ad ora. Insomma l’Italia è in ripresa anche se, come ricorda il Presidente Gentiloni, si deve fare ancora di più e meglio. Ma contro questa incontrovertibile verità dei fatti si è subito scatenato il fuoco di fila delle opposizioni, che punta a minimizzare i risultati raggiunti rilevando, che in ogni caso ancora non siamo ai livelli della media europea e che l’aumento dell’occupazione è dovuto all’aumento dei contratti a termine, anche se crescono pure i contratti a tempo indeterminato. Non si tratta del consueto gioco del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto ,ma del fatto che oramai siamo in piena campagna elettorale e quindi da parte del centrodestra e dei 5Stelle non può essere mai riconosciuta, come positiva, l’opera dei governi a guida PD. La differenza infatti sta tutta qui, sta nelle modalità in cui si sta affrontando la campagna elettorale. Il Pd giustamente rivendica i risultati raggiunti mentre gli altri annunciano mirabolanti promesse elettorali nella speranza che la parte sfiduciata degli elettori abbocchi all’amo. Qualcuno si ricorderà del milione di posti di lavoro promessi da Berlusconi venti anni orsono ?
Ebbene il PD questo traguardo lo ha raggiunto senza annunciarlo, mentre il centrodestra non ha saputo mantenere la promessa e con politiche discontinue e disarticolate ha portato l’Italia sull’orlo del fallimento e ad una quota altissima dello spread senza dimenticare, che con i governi Berlusconi il nostro paese era divenuto una sorta di paria in Europa e condotto a seguire le guerre di Bush, come la disastrosa avventura in Iraq. Ed i 5Stelle per non essere da meno lanciano promesse come il reddito di cittadinanza senza dire da dove prenderanno i soldi e cercano di accreditarsi, con qualche piroetta di troppo, come forza tranquilla di governo. Ora infatti il loro capo politico Di Maio senza curarsi della incoerenza di cui può essere accusato, ha detto che al momento non si deve più uscire dall’euro, abbandonando questo vecchio cavallo di battaglia, che già aveva in comune con la Lega di Salvini. Sul terreno scivoloso della concretezza della politica i 5Stelle sono molto sfuggenti per non essere chiamati a rispondere di come amministrano città come Roma e Torino. Ma è su quel terreno che si misurano le capacità della politica di passare dalle parole ai fatti. Non si può costruire una forza politica blandendo sempre la gente ed immaginando che poi alla fine non si sia chiamati a rispondere di come si è governato ed amministrato. Gli italiani già sanno come hanno governato FI e la Lega messi insieme. I governi del centrodestra sono stati i governi dei condoni e delle leggi ad personam, del patto siglato da Berlusconi nel salotto di Vespa e poi andato in fumo, dei compromessi con tutte le corporazioni e con l’abbassamento della guardia rispetto alla diffusa illegalità ed evasione fiscale e del rilevante aumento delle disuguaglianze sociali. I 5 Stelle invece una volta messi alla prova del governo delle amministrazioni locali hanno dimostrato tutta la loro incompetenza e superficialità. I romani certamente si ricorderanno i proclami dei primi giorni di amministrazione della Raggi. Nessuno dei problemi evidenziati è stato risolto, anzi tutto si è aggravato. E’ per questo che il PD, come ha detto il Presidente Gentiloni, si può invece accreditare come forza tranquilla di governo, che ha da mettere in campo una classe dirigente come non mai, che è rispettata ed apprezzata anche a livello europeo ed internazionale. E’ questo quadro che si troveranno di fronte gli elettori il prossimo 4 marzo. Speriamo che anche in quella occasione lascino la parola ai fatti.