LA SCOMPARSA DI FRANCO MARINI

Franco Marini ci ha lasciato, vittima del covid ad 87 anni. La sua è stata una vita intensa, interamente dedicata al sindacato  ed alla politica, sempre da protagonista, duro  ma leale combattente , non privo di quella necessaria dote di pragmatismo , che gli era propria da montanaro abruzzese, anzi alpino, e che lo conduceva a stipulare contratti sempre nelle migliori condizioni per i lavoratori. Erede della tradizione del cattolicesimo sociale entrò nel sindacato della CISL di Giulio Pastore e ne divenne segretario generale . Passò poi alla politica nella Democrazia Cristiana militando nella corrente di Forze Nuove di Carlo Donat Cattin. Alla morte di quest’ultimo ne divenne il leader. Deputato, parlamentare europeo, senatore, ministro del Lavoro, divenne presidente del Senato nel 2006 in una contrastata elezione in cui ebbe come avversario Giulio Andreotti, allora sostenuto da Berlusconi. Allo scioglimento della DC  fu tra i leader del Partito Popolare e ne diventò segretario dopo Gerardo Bianco. Come segretario del Partito Popolare si oppose alla deriva di Rocco Buttiglione ,che collocò il suo CCD nello schieramento di centrodestra. Fu tra i fondatori della Margherita e successivamente del PD in coerenza con quella tradizione cattolico sociale che lo portava sempre a difesa dei più deboli e della classe lavoratrice. Si distinse per le sue grandi doti di organizzatore e di guida esperta soprattutto dei più giovani. Fu non solo maestro di sindacalismo per tante generazioni , ma anche in politica attento ai giovani ed al futuro , mai con nostalgici  rimpianti del passato. Soprattutto nel Partito popolare seppe dare spazio a quella generazione che poi assumerà importanti incarichi nella politica nazionale. Amava infatti dire che  giocava con una squadra a tre punte: Enrico Letta, Dario Franceschini e Giuseppe Fioroni. La sua mancata elezione , per pochi voti, alla Presidenza della Repubblica lo amareggiò ,ma non lo intristì. Seppe, con eleganza da vecchio signore, togliersi dalla prima fila della politica, sempre attento e mai avaro di consigli per i giovani. Lascia un vuoto non facilmente colmabile per chi ancora , fedele al cattolicesimo sociale,  vuole interpretare l’incarnazione politica della dottrina sociale della Chiesa.