L’America ha scelto Trump

di Pierluigi Castellani 

Smentendo tutte le previsioni Donald Trump è il nuovo Presidente degli U.S.A.. Ha votato per lui l’America profonda, che ha paura, che teme la globalizzazione e i liberi scambi, che vuole pagare meno tasse possibili, che teme uno Stato troppo forte ed invadente, che non vuole il welfare di Stato, che vuole vivere il sogno americano all’interno dei propri confini innalzando, se necessario, anche muri. Questo mix di populismo e di conservatorismo ha fatto prevalere Trump su Hillary Clinton, che non ha saputo convincere gli americani della necessità di non interrompere il processo riformatore iniziato da Obama. La Clinton è apparsa come facente parte di quel sistema ,che il suo avversario ha detto di voler abbattere sia pure con imprevedibili e contraddittorie ricette. Comunque gli elettori americani hanno scelto ed ha fatto bene Hillary Clinton a riconoscere subito la vittoria del tycoon newjorchese. Ora il mondo è diverso anche perché c’è incertezza su quale sarà la politica estera di Trump. Ma un dato di fatto sembra certo, ora l’Europa è più sola. Certamente l’amicizia tra Unione Europea e Stati Uniti a parole sarà ribadita, anche con enfasi, ma quale sarà il ruolo che la nuova dirigenza americana vorrà fare assumere alla Nato, quali saranno i rapporti tra USA e Russia? Per ora l’unica certezza sta nel fatto che Trump a più riprese ha dichiarato di voler prendere le distanze da tutto il mondo musulmano ,ma quale scenario nuovo si avrà nel medioriente anche con i paesi arabi, che hanno preso le distanze dall’Isis ? Una contrapposizione frontale tra gli USA e l’islam può essere pericolosa anche perché radicalizzandosi potrebbe far venir meno la collaborazione di quegli stati arabi che oggi fanno parte dell’alleanza contro il cosiddetto stato islamico. Insomma i punti di incertezza sono molti sul quadro internazionale e sono molti anche per gli stessi Stati Uniti. Trump infatti vorrà smantellare o per lo meno ridimensionare la riforma sanitaria di Obama, vorrà chiudere le frontiere agli immigrati del Sud America, vorrà interrompere ogni trattativa per i trattati di libero scambio nell’illusione che si possa fermare la globalizzazione senza far correre rischi alla stessa economia americana. Erigere muri e dazi doganali sono cose viste già nel passato e non hanno aumentato la ricchezza di chi li erigeva. Gli USA con la scelta di Trump hanno voluto ridimensionare il loro ruolo di guida dell’Occidente per rinchiudersi dentro i propri confini nella illusione che questo faccia più grande e più forte l’America. Ed invece non sarà così. Ma forse dalle tante parole dette in campagna elettorale il nuovo Presidente non vorrà far discendere i fatti. Forse Trump insieme a chi gli sarà a fianco vorrà scegliere più prudentemente la strada del pragmatismo. Vedremo. Ma comunque una lezione da queste elezioni potrà venire per l’Europa, che è alle prese con identico e confuso populismo. Il disagio e le paure della gente vanno affrontate per quello che sono, cioè una richiesta di una politica più concreta nella lotta alla disoccupazione, alle disuguaglianze, una politica, che anche in tema di sicurezza possa dissolvere quell’incertezza per il futuro che attanaglia molti cittadini europei. Speriamo che la lezione americana serva a qualcosa e che tutta la dirigenza europea ne prenda atto.

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