Le paure del nostro tempo

di Pierluigi Castellani

Sono oramai tanti e molto diffusi i segnali che si avvertono in Europa ed in tutto l’occidente e che evidenziano le paure che stanno soffocando i nostri valori ed il nostro comune sentire. E’ soprattutto la paura del diverso che incombe. La questione degli immigrati sta diventando cruciale per le battaglie elettorali che si registrano nelle nostre democrazie. In Germania la Merkel si vede braccata dalla formazione di destra che avanza nelle elezioni regionali e nella stessa Berlino. La Francia sembra oramai del tutto in ostaggio di Marine Le Pen ed in Gran Bretagna la Brexit ha avuto lo stesso segno. Nella stessa Svizzera il referendum nel Canton Ticino che ha visto prevalere i contrari ai nostri transfrontalieri è stato chiaramente ispirato dal prevalere di chi vuole innalzare barriere per impedire la libera circolazione delle persone. Accenti xenofobi serpeggiano nel resto dell’Europa ,soprattutto nell’Est ,dove chi ha usufruito della caduta del muro di Berlino è dimentico di quella solidarietà di cui ha largamente beneficiato. E negli Stati Uniti i sostenitori di Donald Trump sono per l’innalzamento di altri muri ed altre barriere, anche in questo caso dimentichi di essere un popolo di immigrati e multirazziale. E così in Italia le continue provocazioni di Salvini insieme all’avanzata dei 5Stelle, del tutto ambigui sui temi dell’immigrazione ed ampiamente euroscettici, sta a dimostrare che anche il nostro paese non è esente da questa paura. La paura del diverso si accompagna poi con l’incertezza per il futuro, con le paure alimentate dalla crisi economica che ancora attanaglia il nostro paese, ma anche l’Europa. E di pochi giorni fa il monito lanciato da Mario Draghi circa il rallentamento della crescita in tutta l’area dell’euro. Tutto questo genera incertezze e paure, che se non vanno bene governate e superate rischiano di diventare una miscela che può fare esplodere l’intera architettura europea. Per questo la politica deve prendersi la rivincita sull’antipolitica suscitata da queste paure. Chi grida gli allarmi ed alimenta la protesta non dà poi ricette per migliorare le cose, vuole solo accrescere strumentalmente i propri consensi speculando sul disagio che attanaglia i cittadini. E’ già troppo tardi? Mi auguro di no, ma ognuno deve fare la propria parte. L’Europa deve fare l’Europa è cioè governare i processi con saggezza e lungimiranza, come appunto quello dell’immigrazione, stimolare la crescita come ha saputo fare Obama negli Stati Uniti ed abbattere le grandi diseguaglianze ed ingiustizie che annovera il nostro tempo. La forbice tra ricchi e poveri si è allargata in tutti i paesi del mondo tranne in quelli che non hanno abbandonato significative politiche di welfare. Non può essere solo il Papa a parlare in difesa dei diseredati ed oppressi. Il problema delle diseguaglianze deve interpellare la coscienza di tutti, anche di coloro che credono di offrire soluzioni con slogan od indossando felpe multicolori. E’ ora che la politica riprenda a parlare a tutte le generazioni, anche quelle del divenire, e che assuma su di sé anche il compito di educazione. Spiegare la complessità del tempo presente senza offrire ricette miracolistiche, ma parlare la voce della verità è il vero compito della politica lungimirante. Che cosa sarebbe avvenuto se durante la seconda guerra mondiale, nel crogiuolo delle difficoltà, nelle carceri e nei luoghi di isolamento, non ci fosse stato chi, non facendosi schiacciare sul triste presente, non avesse pensato e disegnato un mondo migliore?

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