L’incerta rotta dell’Italia

di Pierluigi Castellani

Dove va l’Italia ? Questa domanda si fa sempre più attuale e pressante da quando il governo del nostro paese è nelle incerte mani del duo Salvini-Di Maio. L’ultima polemica con la Francia sollevata dalla diarchia giallo-verde sta a dimostrare come i lega-pentastellati non abbiano una vera strategia per togliere l’Italia dall’isolamento in cui è stata cacciata in Europa. Infatti mentre la Francia e la Germania con l’accordo siglato ad Aquisgrana riconfermano la loro leadership in Europa il nostro governo brancola nel buio delle incertezze ed ambiguità coltivando una sterile amicizia con i governi nazionalisti di Polonia ed Ungheria, che dall’Europa vogliono prendere le cospicue risorse dei fondi strutturali senza dare nulla in termini di solidarietà, come si è visto in tema di gestione comune dell’emigrazione. Del resto quel continuo avvertimento lanciato da Salvini e Di Maio che dopo le elezioni europee cambierà tutto a Bruxelles è soltanto una inutile grida lanciata nella campagna elettorale, perché l’unica alleanza che Salvini è stato capace di costruire è con i movimenti nazionalisti e sovranisti alla Le Pen, che essendo appunto nazionalisti vorranno fare sempre più politiche di difesa degli interessi dei loro paesi e si guarderanno bene di solidarizzare con i problemi, che avrà di fronte l’Italia in un momento in cui si rischia la recessione economica e il problema dei migranti rimani lì sempre in mezzo al Mediterraneo. Di Di Maio non è dato sapere che cosa vorrà fare in Europa, perché nonostante le sue comparse a Strasburgo non si hanno notizie di collegamenti del M5Stelle con forze politiche di altri paesi europei. Inoltre l’Italia allontanandosi dal nucleo originario e fondativo della UE rischia di isolarsi ancora di più nello scenario internazionale, laddove la contesa è tra l’America sovranista di Trump e la Cina di Xi Jinping mentre Putin, con la complicità dei governanti italiani, sta furbescamente alimentando ogni indebolimento dell’Europa per non essere ostacolato nella sua politica di allargamento verso l’Ovest. E poi c’è il problema del rallentamento dell’economia europea ed in particolare del nostro paese. Tutti gli organismi ed istituzioni, dalla Banca d’Italia al FMI, hanno rivisto al ribasso le stime sull’economia italiana. E tutto questo avviene nel mentre Conte e Di Maio continuano entusiasticamente a garantire, che le misure adottate dal governo produrranno un nuovo boom economico nel nostro paese quando anche gli investitori, e soprattutto i rappresentanti delle imprese, invece rivendicano più attenzione per gli investimenti e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Del resto senza una visione, che guardi a lungo termine e non già all’immediato delle scadenze elettorali, non si ripristina quella fiducia, che sia le imprese che i consumatori reclamano per investire ed acquistare nuovi prodotti. Nonostante le continue rassicurazioni del presidente Conte sulla stabilità del governo i due contraenti il contratto si dimostrano sempre più divisi su tutto ed in continua competizione in vista della scadenza delle prossime elezioni di primavera. Così è per le opere pubbliche, mentre la Lega dice sì alla Tav il M5Stelle continua a dire di no, e le punzecchiature tra i due dioscuri non mancano , come è avvenuto per la nomina di Lino Banfi alla commissione per l’Unesco e per le continue invadenze del ministro dell’Interno sul terreno di altri dicasteri (si veda il caso Battisti) e sul terreno della politica estera dove risulta oramai del tutto oscurato il titolare della Farnesina, il ministro Moavero. Quanto potrà durare questo infinito duello proteso a conquistare qualche effimero consenso senza pensare ai veri interessi del paese ? Non è dato saperlo. E’ per questo che appare sempre più stringente la domanda: dove va l’Italia ?

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