UNIVERSITA’, ‘’RIPRESINA’’ DELLE ISCRIZIONI. NULLA SE NON SI CONSIDERA L’ATENEO CARDINE CULTURAL-ECONOMICO

Piccoli sussulti positivi all’Università di Perugia. Li segnala il Rettore Franco Moriconi che registra una mini ripresa delle iscrizioni. Una goccia, certo, nel mare delle perdite registrate negli ultimi anni: i 34 mila iscritti di un tempo non troppo lontano oggi sono poco più di 22 mila. Comunque è incoraggiante il fatto che l’asticella sia tornata a salire.

Salutiamola volentieri questa ‘’ripresina’, comunque è chiaro che uno Studium plurisecolare, a suo tempo glorioso, ha il dovere di non considerare esaurienti i cenni di vitalità appena registrati. Deve, cioè, garantire il più ampio respiro ad una realtà culturale che per l’Umbria è un punto di riferimento non soltanto sul piano del prestigio, ma anche su quello economico. Ed allora ecco riemergere temi e interrogativi a fin troppo inutilmente dibattuti negli ultimi lustri: l’Università è solo una bella medaglia territoriale, magari un po’ arrugginita, o è, invece, il cardine di ogni prospettiva di sviluppo?

Domanda retorica, è ovvio: e allora non può essere lasciata a sostenere da sola il peso di emergenze e di crisi che non sono soltanto monetarie. Gli enti pubblici (politici e amministrativi) e le forze imprenditoriali non possono non avvertire la consapevolezza che un Ateneo in eccellente salute è un motore capace di dare linfa all’intera collettività.

La campagna elettorale in atto manifesta l’esigenza di puntare parecchio su un obiettivo che, secondo logica, va considerato primario?

E’ chiaro che qualche decina di studenti in più è nulla, o quasi, se poi, anche in conseguenza dei tagli statali, diminuiscono le ‘cattedre’ e si dissolvono (magari per puntare altrove) i nomi di affermati cattedratici.

Le risorse, è quasi superfluo sottolinearlo, sono direttamente proporzionali al ‘’peso’’ oggettivo di ogni Università. Insomma non basta lamentarsi. Bisogna, invece, anche conquistarseli quei sostegni.

I profeti che-si sa- non mancano mai, arrivano a immaginare che incombe il rischio di accorpamenti con Atenei più o meno vicini.

E allora, senza voler ulteriormente filosofeggiare, sarebbe gradevole, ora più di sempre, immaginare che le sacrosante contese politiche siano, comunque, tutte caratterizzate dalla volontà di considerare il Centro della cultura colonna portante dell’Umbria che aspira a valorizzare i prossimi cinque anni.

RINGHIO

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