Entra in funzione dopo 40 anni la diga sul fiume Chiascio: settimo impianto in Europa

Proteggere dalle piene, alimentare gli impianti irrigui a sostegno dell’agricoltura, produrre energia elettrica: sono queste le principali funzioni della Diga sul fiume Chiascio. Ma sono grandi i benefici anche in termini ambientali, per il maggior rispetto dei fiumi e del sottosuolo, paesaggistici e turistici, grazie ad un’opera che ha completato i lavori per la realizzazione dopo 40 anni dall’inizio. Un’opera che è arrivata a conclusione e oggi c’è stata l’inaugurazione dell’avvio della prima fase degli invasi sperimentali propedeutica all’entrata in esercizio della diga. Una grande realizzazione frutto dell’impegno della Regione e del Governo nazionale, con diversi governatori dell’Umbria (Marri, Mandarini, Bracalente, Lorenzetti, Marini) impegnati negli anni a trovare le risorse per completare il cantiere. Interlocuzioni avvenute negli ultimi 30 anni con Perugia che dialogava e si confrontava con Roma, con deputati umbri impegnati a sollecitare Ministri e a presentare emendamenti parlamentari in occasione delle varie leggi finanziarie. Un lavoro di squadra che, malgrado il tempo trascorso, consente oggi all’Umbria di poter contare su una grande opera con una ricaduta importante su tutto il tessuto economico del territorio. E’ il settimo impianto in Europa per capacità di invaso. Si parla di un lago lungo 20 chilometri, con capienza e capacità di sviluppo turistico notevoli. Diga che per Stefano Nodessi, direttore generale del territorio, ambiente, protezione civile della Regione, ” metterà in sicurezza la regione per i prossimi 50 anni da eventi naturali come siccità e alluvioni”. Il direttore dell’Eaut-Ente acque umbre-toscane , Andrea Canali, ha fornito alcuni numeri come l’altezza della diga (68 metri) e il volume complessivo, 6 milioni di metri cubi. E’ pari invece a 7 milioni di Kw annui la capacità di produzione energetica. Il sottosegretario alle politiche agricole Francesco Battistoni, intervenendo alla presentazione della fine lavori, ha spiegato che ” il ministero è molto attivo sul fronte delle opere idrauliche e che si rifanno ai sistemi idrici. Anche con il nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiamo stanziato risorse in questo senso” Battistoni ha poi ricordato i 34 milioni spesi per il progetto della diga e le altre risorse stanziate in passato.