Perugia, all’Università un “furbetto del libretto”: cambia identità per superare il test d’inglese
PERUGIA – E dopo i “furbetti del cartellino” in Umbria è stato individuato anche il “furbetto del libretto universitario”. Si tratta di uno studente di 31 anni, iscritto al Dipartimento di Scienze Politiche che il 20 gennaio scorso ha mandato un amico al Centro linguistico di Ateneo per sostenere l’esame di lingua inglese, livello B1. L’idea del giovane è stata quella di sostituire la foto del tesserino con quella della persona – evidentemente più abile di lui per la conoscenza della lingua straniera -, che al posto suo avrebbe dovuto affrontare il test d’inglese.
Ma l’approssimazione con cui è stata sostituita la foto ha sollevato dei sospetti e al professor Luca Avellini, direttore del Centro linguistico, è bastata un’occhiata per appurare che qualcosa non andava. E così, a seguito di un’ulteriore verifica, ha riscontrato che il libretto era stato manipolato, mettendo in luce l’avvenuta falsificazione e scambio di identità. È partita quindi la segnalazione agli uffici dell’Ateneo che hanno rigirato il dossier al rettore Franco Moriconi, il quale ha provveduto a proporre al Senato accademico una sanzione disciplinare nei confronti dello studente coinvolto. Martedì scorso in una seduta straordinaria la proposta della massima istituzione universitaria è stata approvata senza indugio. E la risultante è stata una sospensione di sei mesi della carriera universitaria del protagonista. In realtà si tratta del primo caso accertato di falsificazione di un libretto, sebbene non si escluda che vi siano stati casi analoghi, ma che non siano stati scoperti magari per una maggiore abilità di modificare le caratteristiche del documento universitario. Ciò che è emerso da questo episodio è che nell’Ateno perugino casi del genere non erano stati ancora regolamentati. Gli uffici dell’Ateneo si sono pertanto subito mossi per occuparsi della questione, cercando di porre rimedio a tale “vacatio legis” e impegnandosi per le prossime settimane all’elaborazione di soluzioni adeguate, dimostrando così di voler dare un segnale agli studenti che imbrogliare sia una violazioni alla morale e che invece il rispetto delle regole debba essere una condizione imprescindibile cui nessuno deve sottrarsi.