Scoperte 17 case a luci rosse tra Assisi, Bastia e Perugia, arrestati moglie e marito
Due coniugi cinesi sono stati arrestati per sfruttamento della prostituzione: arruolavano giovani connazionali, privandole del passaporto, segregandole e costringendole a prostituirsi in 17 appartamenti a “luci rosse” tra Assisi, Bastia e Perugia 8 prostitute clandestine espulse e altri 13 indagati.
L’operazione è scattata all’alba di ieri ma è stata resa nota solo oggi. La Polizia di Assisi ha stroncato e disarticolato un sodalizio “familiare” cinese particolarmente attivo nello sfruttamento della prostituzione: un enorme giro d’affari e di denaro “guadagnato” attraverso lo sfruttamento di giovani connazionali ingannate prima ancora di partire alla volta dell’Italia e, una volta ivi giunte, private anche della propria libertà personale per prostituirsi, a disposizione della clientela assisana, bastiola e perugina.
L’ordinanza è stata emessa a conclusione di una lunga, complessa ed articolata attività di polizia giudiziaria intrapresa dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato P.S. di Assisi, che ha portato alla denuncia di ben 15 soggetti, tutti di nazionalità cinese, indagati per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero nello Stato. L’attività d’indagine ha permesso agli investigatori di scoprire un vero e proprio sodalizio criminale attraverso il quale i due coniugi reclutavano giovani donne di nazionalità cinese, entrate in Italia in violazione delle norme in materia di immigrazione e soggiorno. Una vera e propria attività di tipo imprenditoriale organizzata dai due coniugi in ogni singola fase. I due gestivano personalmente l’attività di sfruttamento della prostituzione sin dalla fase del reclutamento delle persone da destinare al meretricio, si procuravano nel contempo la disponibilità di alloggi sommariamente ammobiliati, concessi soltanto formalmente in locazione a loro connazionali che fungevano da semplici prestanome. Gli appartamenti rimanevano nella loro disponibilità tanto da provvedere personalmente al pagamento dei canoni d’affitto nelle mani dei proprietari.
Le vittime, le giovani cinesi segregate e sfruttate Le ragazze, che il più delle volte non conoscevano l’italiano, venivano collocate nei vari appartamenti per rimanervi per tutto il periodo necessario in cui dovevano prostituirsi a vantaggio degli indagati.