Allarme delinquenza minorile in Umbria: la repressione non basta. L’invito di Sottani alle istituzioni e al ruolo educativo

La percezione, generata dai fatti di cronaca, che gli episodi di violenza compiuti da minori siano in aumento anche in Umbria, ha trovato conferma dai dati della Procura generale di Perugia. Il procuratore Sergio Sottani parla di “preoccupante aumento dei reati commessi da minorenni” definito “sintomo di un disagio ben più grave cui la risposta penale non può che rappresentare un pallido palliativo”. Secondo quanto emerge dal documento sulla criminalità minorile, nel distretto dell’Umbria i delitti contro l’incolumità personale sono stati 170 a fronte dei 133 dell’anno precedente, ed, in particolare, le lesioni personali (100), seguono i furti (98) e non mancano casi di tentato omicidio o reati sessuali. Rimangono stazionarie le risse (7), mentre sono numerosi i delitti di spaccio di sostanze stupefacenti (36) che continuano a suscitare allarme: il consumo di sostanze fa da sfondo, infatti, a molti reati, soprattutto contro la persona e il patrimonio.  Scendono i reati di estorsione, a differenza del “forte aumento” dei procedimenti per rapina (38 rapine a fronte di 18 del periodo precedente). “Desta preoccupazione” per Sottani il dato sui delitti contro la libertà sessuale (42), così come risulta in aumento il numero dei reati commessi da infraquattordicenni (34 fattispecie a fronte di 10). “Il dato sulla criminalità minorile – ha affermato Sottani –  sembra sempre più riflettere quella condizione di disagio sociale adolescenziale, comune a tutti i minorenni sia nazionali che di provenienza straniera, a cui l’apparato repressivo può fornire solo una risposta occasionale ed episodica, ma la cui soluzione impone un contesto di recupero della devianza, mediante un’attività integrata che coinvolga in primo luogo la scuola, quindi i servizi sociali e, più in generale, gli enti pubblici”. La percezione, quindi, che anche in Umbria la criminalità minorile si stia progressivamente orientando verso crimini violenti, come sembrerebbero indicare le recenti notizie di cronaca. Le considerazioni del procuratore generale di Perugia sono una giusta chiave di lettura che deve essere vista, soprattutto dalle istituzioni pubbliche, come un sacrosanto suggerimento per mirati interventi di prevenzione nonché di politiche dedicate. Occorre, indica Sottani, una visione che va oltre a quella repressiva. Se si vuole davvero lanciare un paracadute per frenare la corsa di una gioventù che nessuno vorrebbe “bruciata”, bisogna fare rete, ricostruire tessuti familiari, scolastici e sociali. La relazione del procuratore generale di Perugia è ben più di una statistica, è un Sos. Invita ciascuno di noi a non restare sordo e cieco, a intercettare e a “curare” il malessere di migliaia di ragazzi, prima che generi altro odio e violenza.