Bandecchi il paracadutista della Folgore con la coda fra le gambe: quando il sindaco definì “improponibile” la Tesei
Umbria domani lo aveva annunciato già un mese fa: Bandecchi e il centrodestra, dopo gli insulti di questi mesi, tornano d’amore e d’accordo. Dopo le stilettate in campagna elettorale, le denunce e le velenosità in consiglio comunale è sbocciato l’amore. Alle prossime elezioni regionali andranno d’amore e d’accordo. Bandecchi cambia repentinamente idea sul centrodestra umbro e arriva la benedizione per la Tesei. Gli esponenti ternani del centrodestra, invece, rimuovono (o sono costretti a rimuovere) le resistenze senza curarsi degli attacchi subiti da Bandecchi. Un compromesso necessario per provare ad aggiungere consensi alle prossime elezioni regionali. Del resto, in politica vale sempre un vecchio adagio: anche il disgusto è un gusto. Lo scorso 8 luglio, Stefano Bandecchi con un video su Instagram si è candidato alla presidenza della Regione Umbria. Riguardo al voto delle regionali, Bandecchi definì la candidatura della Tesei “improponibile”, consigliò anche all’attuale governatrice di “dimettersi in modo che il centrodestra potesse avere la possibilità di candidare lui”. Per il sindaco di Terni, però, la destra voleva ” ricandidare l’uscente presidente che certo non ha brillato nella creazione di ospedali ternani e in nessun rapporto che esiste in tutta l’Umbria”. Bandecchi ora ha deciso di fare un passo indietro, anzi due. Come mai? Per due ragioni principalmente: l’eclatante sconfitta subita alle Europee e tornare con la coda fra le gambe in una coalizione di governo. Due ragioni che hanno obbligato Bandecchi a ridimensionare le sue ambizioni. Alle Europee è stato un fiasco completo con un irrisorio 1,84% in Umbria che ha rappresentato una sonora sconfitta. A livello nazionale invece la situazione è ancora peggiore: Bandecchi, come hanno dimostrato le Europee, non esiste proprio e con il passare dei mesi l’isolamento rischia di diventare irrilevanza. Bandecchi, forte del suo passato nei paracadutisti della Folgore, non teme nulla. Un pò di tempo fa sarebbe stato avvistato con una maglietta recante uno slogan militare: “Belli come la vita, neri come la morte”. Al Corriere della Sera ha confessato di non temere nulla, di non aver paura e di aver visto la gente morire. “Sono stato in guerra”, ha ricordato più volte. Questa volta però ha perso la guerra, ritira la candidatura a governatore, dovrà accantonare per sempre le sue ambizioni e con la coda fra le gambe dovrà chiedere scusa alla Tesei. Per un paracadutista delle Folgore è veramente troppo.