Candidature Pd, l’ira dei democratici umbri: Bori contro il Nazzareno “nostra proposta depotenziata”
Per il segretario regionale del Pd dell’Umbria, Tommaso Bori, le scelte sulle candidature fatte ieri l’altro rappresentano “una buona proposta, in parte depotenziata dalle decisioni del Nazzareno” . Per il numero uno del Pd umbro le di voci di iscritti e militanti, amministratori e dirigenti “solo in parte sono state ascoltate”. Il partito democratico umbro – a parere di Bori – aveva chiesto un maggiore “rinnovamento nella rappresentanza, un radicamento nei territori e riconoscibilità delle candidature”. Fatto sta che, a distanza di poche ore dall’approvazione delle liste, le recriminazioni non mancano e molti dirigenti umbri non nascondono la loro delusione. Ci si aspettava di più, è inutile nasconderlo. Per i prossimi cinque anni – di fatto – la rappresentanza parlamentare dell’Umbria è bloccata da chi si porta dietro 10 e 15 anni di Parlamento. ” Tenere insieme un processo di cambiamento con un’emergenza elettorale – ha detto Bori – non è un’operazione facile: la riduzione del numero dei parlamentari, la mancanza di una coalizione solida e i meccanismi richiesti dalla legge elettorale hanno reso molto complicata la chiusura delle liste, chiedendo una dose ulteriore di impegno e sacrifici a tutti. Penso però che, complessivamente, la comunità democratica dell’Umbria abbia presentato a Roma una buona proposta, in parte depotenziata, dobbiamo dircelo, dalle decisioni del Nazzareno”. Bori non si lascia comunque scomporre dalle proteste che hanno accolto la decisione, nella notte di ferragosto, delle liste del Pd per le elezioni del 25 settembre. Soddisfatto a metà quindi il segretario del Pd umbro e garantisce che “di tutto questo avremo modo di parlare dal 26 settembre, perché ora la priorità è un’altra: non ho dubbi sul fatto che in un mondo plurale e condiviso riusciremo a condurre una campagna elettorale “ventre a terra”, proprio perché forte è la convinzione in tuti noi che il 25 settembre sarà una tappa importantissima per il nostro Paese”. C’è però qualcosa che non è piaciuta al segretario del Pd: ” Dispiace vedere che qualcuno non abbia compreso lo spirito di servizio che veniva richiesto in questa tornata, preferendo una posizione di garanzia. Ad urne chiuse avremo modo di approfondire e riflettere sulle dinamiche di interazione tra livello azionale e chi si impegna sui territori, sul rapporto tra candidature imposte e risultati, ma, fino ad allora, ci dedicheremo alla campagna elettorale perché la posta in gioco è più alta dei destini personali e dei percorsi carrieristici : si rischia di consegnare il Paese ad una destra pericolosa e reazionaria. Una destra a trazione Meloni e Salvini che stringe la mano a terribili alleanze xenofobe in Europa, che ha già più volte preso posizione contro il Next generation e che ha dichiarato di mettere in discussione il Pnrr”.