Condannati a 1,8 milioni di euro tre direttori Usl: Fratini, Americioni e Spernanzoni.

La sentenza è durissima. Tre ex dirigenti della ex Asl 4 (Terni)  sono stati condannati dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti a risarcire circa 1,8 milioni di euro all’ azienda sanitaria. A finire nei guai sono l’ex direttore generale Sandro Fratini, folignate; l’ex direttore amministrativo Roberto Americioni e il direttore del Dipartimento di prevenzione Guglielmo Spernanzoni. Tutto nasce dall’annullamento di oltre 300 multe fatte tra il 2009 e 2010 dall’ex Corpo forestale. Multe che furono fatte in seguito ad un piano di sorveglianza nazionale per l’anemia infettiva degli equidi, la cui violazione delle disposizioni avrebbe portato a delle sanzioni. I controlli del Corpo forestale consentirono di verificare diffuse irregolarità  ” non solo aventi a oggetto la mancata effettuazione di test per il riscontro della malattia, ma, più a monte, relative alla identificazione degli equidi”. Per la Corte dei Conti il quadro normativo “non era affatto oscuro e incerto”, per questo l’annullamento delle multe deciso dai vertici dell’ex Asl 4  viene giudicato “illegittimo” e denota ” una colpa gravissima dei convenuti, la cui azione ha impedito non soltanto l’introito di somme di denaro ma anche l’adozione di misure sanzionatorie efficaci, dissuasive e effettive  previste dal diritto eurounitario e soprattutto dell’ordinanza ministeriale del 2007 a tutela della salute pubblica, rendendo più difficile quell’azione di tutela degli interessi pubblici”. Per la Corte si è trattato, quindi, di “un vero e proprio atto arbitrario fondato su una motivazione del tutto pretestuosa”. La sentenza sarà ora impugnata dai difensori dei tre ex dirigenti che hanno sempre sostenuto la legittimità dei provvedimenti presi.