Congresso Pd Umbria, rischio conta e nuovi scenari: la mossa di Vinti contro il cerchio magico. Sfida Spinelli-Di Gioia a Terni

E’ partita la stagione congressuale per i democratici dell’Umbria. C’è chi si è già messo in qualche modo in moto e c’è chi annuncia la propria disponibilità in nome di coloro che si sentono esclusi dal cerchio magico. E così ormai è gara a chi riesce a giocare di anticipo. Cene e incontri a gogò con mosse ancora coperte e orecchie tese all’ascolto. Sandro Pasquali è già in campo da qualche settimana: varie le tappe già fatte, da Perugia a Terni, e molte altre da fare. Le ultime elezioni hanno risvegliato l’entusiasmo ma anche la voglia di misurarsi. Chi ha rotto il tabù è un altro lacustre: Stefano Vinti, magionese 56enne, segretario del Trasimeno. La tregua lacustre, dopo gli ultimi (fragili) equilibri, si è rotta: le divisioni e le tensioni riaffiorano alla superficie. C’è grande allarme nel quartiere generale del Partito democratico. “Il Coraggio di cambiare davvero” è lo slogan di Vinti. Ecco, “cambiare” rischia di diventare la parola chiave del prossimo congresso che fa il paio con “ripartenza dai territori”. E’ bastato l’annuncio di Vinti su Facebook per scatenare commenti, adesioni e preoccupazioni. Diversi hanno cliccato il proprio apprezzamento: Marko Hromis, Luca Preziosi, Michele Bettarelli, Alessandro Torrini, Lucio Tabarrini, Claudia Polli, Giuseppe Brugiotti, Morena Bigini, Andrea Vannini. Non si tratta sicuramente di un terremoto ma di una scossa di assestamento che lascerà strascichi. L’impressione è che sarà un congresso completamente diverso dall’ultimo e, più di uno, sta studiando alternative all’attuale gruppo dirigente. Le probabilità di un congresso “standardizzato” sono pari alle probabilità che Simone Inzaghi rinunci al suo 3-5-2 o che Antonio Conte rinunci al suo Lukaku. A mezza bocca qualcuno mormora: “Oggi, in Umbria, abbiamo un gruppo dirigente sempre più chiuso e muto, siamo diventati il partito di palazzo Donini e palazzo Cesaroni”. La parola d’ordine che potrebbe fare presa su alcuni è quella di evitare una “manovra di Palazzo”. Un tema questo molto avvertito anche a Terni dove i dem locali si sentono esclusi dal cerchio magico. Non tira un’aria migliore nemmeno nell’Alto Tevere, nell’Orvietano e nello Spoletino. Che il clima sia teso lo dimostra anche la situazione dei due parlamentari umbri, Verini e Ascani, sempre più ai margini del partito. Oltre al livello regionale, i dem umbri saranno chiamati a scegliere i nuovi segretari provinciali e comunali. Il rompicapo democratico si concentrerà sui due livelli provinciali di Perugia (attualmente l’assente Camilla Laureti) e Terni (attualmente Fabrizio Bellini), con le probabili candidature di Pierluigi Spinelli e Fabio Di Gioia; sui comunali attenzione massima sulle città più grandi: Perugia (Stefano Moretti), Terni (Andrea Delli Guanti), Foligno, Città di Castello, Gubbio, Spoleto, Orvieto. Un test congressuale che deciderà i nuovi equilibri del primo partito umbro.