Conti Sanità Umbria in disordine: querelle sulla cifra esatta. Il disavanzo c’è e gli umbri rischiano di pagare di tasca propria

Una gestione fallimentare quella emersa in queste ore dalla relazione consegnata alla giunta regionale sullo stato dei conti del sistema sanitario umbro. Una cifra da far tremare le vene e i polsi: oltre 243 milioni di euro di maggior costi, secondo Proietti. Un passivo senza precedenti che mette seriamente a rischio la tenuta del sistema. Il centrodestra, a sua volta, contesta la cifra finale: “I 240 milioni di euro costituiscono solo un dato parziale, compensato dai 153 positivi. Il disavanzo sarebbe di 90 milioni circa”.  Tutto questo avviene in un momento storico in cui i medici sono sempre meno, gli squilibri tra Regioni si fanno abissali e il malessere generalizzato del sistema ospedaliero umbro rischia ormai di farsi insostenibile. L’universalismo, l’equità e l’uguaglianza, che da sempre hanno caratterizzato la sanità dell’Umbria, si stanno sgretolando. La sanità pubblica è al collasso. In cinque anni, la coalizione di centrodestra guidata da Donatella Tesei ha registrato dati negativi impressionanti: crescita della sfiducia nei confronti del servizio pubblico, profonde lesioni al diritto alla giusta cura, squilibri profondi tra i diversi territori della Regione, processo di privatizzazione in atto che sta diventando, di fatto, un processo di sostituzione del pubblico con il privato e che, per questo, penalizza masse enormi di cittadini non abbienti. A complicare ancora di più la condizione generale è arrivato lo squilibrio più grande di tutti i tempi: 243 milioni di euro ! Il rischio è che ora saranno i cittadini-pazienti a pagare il deficit sanitario, attraverso l’incremento dei tributi e delle tariffe regionali. Oltre il danno anche la beffa con l’utenza più debole costretta a passare dal banco dei pegni. Una modalità che costringe la maggior parte delle persone a rinunciare alle diagnosi e alle cure. Un macello, insomma, che lascia aperta l’esigenza di rintracciare eventuali responsabilità su possibili danni all’erario dello Stato. Indipendentemente dalla cifra esatta del disavanzo finale.