Covid Umbria, il virus non si ferma: rischio nuove varianti o sierotipi nel prossimo inverno

Il Covid è tornato a correre. Ieri in Umbria il tasso di positività è schizzato addirittura al 28,25%, sei punti in più di quello nazionale (22,6%). Oggi – venerdì 24 giugno –  è arrivato al 29%, con quasi mille nuovi casi. Per la virologa Ilaria Capua ” il Sars-CoV-2 non scomparirà né durante né dopo l’estate”. Per la Capua bisogna mettersi l’anima in pace, il Covid potrebbe restare con noi anni ed anni, “di sicuro decenni”. Il Sars-CoV-2 è un virus all’inizio della sua corsa verso l’endemizzazione, è all’inizio di un “macrociclo”.  Ci dobbiamo aspettare, nel prossimo inverno, nuove varianti o sierotipi anche attraverso il meccanismo “della ricombinazione, che è tipico di questa famiglia virale”. Insomma, potrebbero apparire dei ceppi virali arlecchino con proprietà a noi sconosciute. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha ridisegnato la mappa a colori  dell’Italia in base alla percentuale di contagi ogni 100 mila abitanti e ora tutte le regioni, a parte Piemonte, Valle d’Aosta e Trentino, sono tinteggiate di rosso scuro, che indica il rischio più alto. La colpa è della più contagiosa sottovariante del virus, la Omicron BA 5, che ha fatto riacquisire velocità all’epidemia. Il professor Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, è sicuro: ” In questo momento il Covid è il virus più contagioso che ha mai colpito l’essere umano”. In Umbria siamo tornati a quasi dieci mila attualmente positivi, due distretti sanitari (Orvieto e Alto Chiascio) hanno l’incidenza superiore a 500 casi per 100 mila abitanti e l’ Rdt dell’Umbria è in aumento, attestandosi per ora sull’ 1,44.  L’aumento dei nuovi casi è evidente, la crescita dei ricoveri è lenta ma c’è, nella settimana tra il 13 e il 19 giugno i decessi sono stati 11. L’inversione del trend è evidente. E’ vietato abbassare la guardia.