E’ tempo di osare, la scommessa di Stefania Proietti: alzare l’asticella. Primi segnali sulla sanità
La vittoria è stata di diciottomila voti, cinque punti percentuali (51,2 contro 46,2). Ora però il governo regionale deve dimostrare di essere capace di affrontare le grandi sfide dell’Umbria. Gli occhi dei cittadini sono puntati su come l’esecutivo di Palazzo Donini gestirà le emergenze (sanità e crescita) e le riforme necessarie per garantire un progresso sostenibile e inclusivo. Affrontare questi problemi richiederà una visione strategica e un impegno costante per garantire un futuro migliore per tutti gli umbri. Come prima cosa, però, la maggioranza che oggi governa la Regione, dopo la narrazione elettorale, dovrà acquisire un maggiore senso della realtà. “In Emilia Romagna e in Umbria hanno vinto due bei candidati, con personalità non faziose, aperte”, così commentò Romano Prodi subito dopo il voto di novembre. Le stesse stime e analisi dei flussi elettorali, elaborate dal professor Bruno Bracalente, ci dicono che il centrosinistra ha vinto le elezioni grazie al migliore risultato del voto personale della Proietti rispetto alla Tesei (oltre 21 mila contro meno di 13 mila) e il migliore risultato delle liste civiche che nel complesso hanno avuto 35 mila voti contro i 25 mila di quelle di centrodestra. Da notare che la somma degli 8 mila voti personali in più e dei 10 mila voti “civici” in più fa esattamente il vantaggio di 18 mila voti con cui Proietti ha vinto le elezioni. Una vittoria, facilitata anche dalla debolezza della candidatura del centrodestra, che ora ha bisogno però di gambe e testa. Partendo da un presupposto: avere il coraggio di cogliere l’opportunità che gli è stata offerta dagli umbri. C’è molto lavoro da fare sulle riforme, soprattutto su quelle chiave come la riorganizzazione del sistema sanitario, della pubblica amministrazione, della spesa pubblica, del lavoro e della crescita. Servirà molto lavoro e pazienza per risolvere alcuni dei problemi dell’Umbria. Il coraggio di governare nei momenti difficili richiede una risposta alta, di andare al di là della superficie, di essere pensata al di fuori dei tatticismi dei partiti. Bisogna intendersi sulla parola coraggio, una parola importante che si può prestare però a vari usi. Esiste anche la categoria del coraggio facile che è quello che in questi giorni, riferendosi al problema dell’energia e delle povertà e disuguaglianze, si è letto in alcuni comunicati della Giunta regionale. Tutto questo però è molto retorico e bisogna stare attenti ad evitare che il coraggio troppo facile non significhi coraggio poco responsabile. Così come il rapporto diritti-doveri viene spesso dimenticato. Da Palazzo dei Priori e Palazzo Donini-Cesaroni, in molti si sono sviscerati sul diritto di avere diritti. E’ vero e giusto, ma troppo spesso ci si scorda che ogni diritto crea un dovere. Giuseppe Mazzini, che non era certo un uomo qualunque e al quale l’Italia riconosce d’esser stato uno degli artefici della nostra unità, metteva addirittura i doveri prima dei diritti. Soltanto così nascono le speranze e i valori. Per la Proietti, dopo più di due mesi dal suo insediamento, ora è il tempo dell’osare e del coraggio. Alla governatrice non è mai mancata la capacità e lo ha dimostrato anche in queste settimane. Le due scelte che hanno caratterizzato il nuovo corso sono sue: aumentare di oltre 8000 nuovi posti per esami e visite e superamento della logica per cui fino ad ora sono stati dati soldi alla sanità privata unicamente sul numero di prestazioni. Proietti vada avanti per la sua strada, porta con sé una grande responsabilità e ha il dovere di dimostrare che la fiducia data dagli umbri è stata ben riposta.