Il suicidio di Andrea in diretta social: il mondo della rete sotto accusa. L’ultima chat
“Questo è il mondo della rete, con delle conseguenze drammatiche anche per chi non lo guarda solo da giurista ma anche da genitore”: lo ha detto ieri il Procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone, riferendosi ad Andrea Prospero, durante il suo intervento al convegno “Governare la cybersicurezza: prevenire, resistere, contrastare”. Cantone ha ricordato come due persone che non si erano “mai conosciute personalmente hanno iniziato a parlare dei loro problemi e uno di questi due è riuscito sostanzialmente a convincere l’altro a fare un gesto estremo, che è quello del suicidio”. Fino ad oggi è stato fatto poco per mettere in sicurezza le persone e, a parere del Procuratore Cantone, “il contesto informatico ha bisogno di prevenzione e repressione”. Un appello nella stessa direzione arriva anche dai familiari del giovane studente informatico. La tragedia di Andrea sia “un monito per tanti ragazzi che in rete non trovano l’oceano in cui navigare ma piuttosto un abisso profondo ed estremamente pericoloso”. Un istigazione virtuale, visto che i due non si sarebbero mai incontrati personalmente. “Questa storia è l’esempio di come si possa incorrere nella trappola virtuale”, ha sottolineato la polizia Postale. “Ci troviamo di fronte a una vicenda che si muove nella realtà virtuale che purtroppo ha portato i suoi effetti nella realtà”, ha dichiarato il Procuratore aggiunto di Perugia, Giuseppe Petrazzini. C’è una chat Telegram veramente drammatica agli atti dell’indagine. E’ quella di fatto con la quale Andrea Prospero scambia messaggi con il 18enne arrestato nei momenti immediatamente precedenti l’assunzione dei farmaci. “Da questa – ha spiegato Cantone – abbiamo ricavato gli elementi che ci consentono di ritenere che il giovane messo agli arresti domiciliari abbia non solo confortato e incentivato l’idea di Prospero di volersi suicidare ma lo abbia anche incoraggiato nei momenti nei quali manifestava titubanza”.