Infortuni e morti sul lavoro: Umbria maglia nera. Le risposte che mancano da politica e istituzioni
La sequenza è drammatica. Un giovane operaio di 26 anni, ternano, versa in gravissime condizioni al centro grandi ustionati di Roma mentre due operai di 21 e 26 anni, rimasti feriti in seguito al crollo di un solaio a Perugia, sono salvi per miracolo. Si tratta solo degli ultimi incidenti sul lavoro avvenuti nella nostra Regione .I dati resi noti dall’Osservatorio Sicurezza sul lavoro e ambiente, aggiornati al 31 gennaio 2025, parlano chiaro: l’Umbria è al primo posto in Italia per morti sul lavoro. E’ la regione con più vittime in Italia anche a inizio 2025. Nella nostra Regione, un cantiere – uno qualunque – diventa spesso il teatro di un evento drammatico. Di fronte ad un dramma così rilevante assistiamo alla solita “vicinanza delle istituzioni”. I rappresentanti del governo visitano il luogo del disastro, il Sindaco o Presidente della Regione si indignano, i sindacati chiedono nuovi provvedimenti più incisivi per contrastare il fenomeno. Il tema conquista le prime pagine dei media per poi lentamente passare nelle pagine interne, prima, e nelle brevi, dopo. Nell’attesa del prossimo evento tragico. L’aggravamento penale è la prima, solita, reazione. Così facendo le vittime crescono e la galera segue solo morti già avvenute. Una vera e propria fiera delle tragiche illusioni. “Le morti e gli incidenti sul lavoro sono una intollerabile offesa per la coscienza collettiva”, ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella. E’ davvero inaccettabile che si possa morire o restare menomati nello svolgimento del proprio lavoro. Così come è inammissibile che l’Umbria, una comunità di appena ottocentomila abitanti, sia maglia nera in Italia per morti sul lavoro. Le istituzioni locali e regionali hanno il dovere di non nascondere la testa sotto la sabbia e di assumersi le proprie responsabilità. Le Regioni e gli enti locali, secondo il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, esercitano un ruolo centrale in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Alla Regione, infatti, è attribuito il compito di svolgere, attraverso le Aziende Sanitarie Locali, l’attività di vigilanza e le azioni di supporto dirette ai lavoratori e alle imprese. Ruolo ulteriormente ampliato con il trasferimento delle competenze in materia di “tutela e sicurezza del lavoro” nell’ambito della legislazione concorrente, con un sistema di rapporti molto stretti tra Stato e Regioni, in un contesto che oltre ad avere una forte connotazione sanitaria, afferisce in maniera rilevante ai temi più generali del welfare. L’Umbria non può più stare ferma di fronte ad un dramma come questo perché la “vicinanza delle istituzioni” la si vede nei fatti.