L’ alluvione, polemiche sull’allerta gialla: rabbia dei sindaci. Indaga la Procura, sottovalutato l’avviso del bollettino nazionale ?

Non si placano le polemiche sul mancato allarme per l’ondata di maltempo che ha colpito le Marche e alcuni comuni umbri, in particolare Pietralunga e Scheggia. Il messaggio di allerta numero 36, emanato alle 13 di mercoledì scorso dalla sala operativa della Regione Marche, prevedeva un rischio di livello giallo solo nelle zone 1 e 3 del territorio, quelle più interne, al confine con l’Umbria. Probabilmente una falla nel sistema di previsione meteo e di allarme sul territorio, con i sindaci dei centri coinvolti dall’alluvione che ora accusano di non essere stati adeguatamente informati.  ” Non c’era alcuna allerta meteo, se non per il vento”, ha denunciato il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti. Tesi confermata anche dal sindaco di Sassoferrato Maurizio Greci che aggiunge: ” Non abbiamo ricevuto avvertimenti particolari, solo un’allerta gialla per vento e pioggia”. Eppure il bollettino nazionale del 14 settembre parlava di “precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Marche e Umbria”. Lo stesso bollettino aggiungeva che ” i fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, grandinate e forti raffiche di vento” per mercoledì, e più in generale “criticità idrogeologiche e idrauliche”. A Pietralunga raccontano che una cosa del genere non si era mai vista, più o meno la stessa cosa a Scheggia. Quello che è certo è che giovedì in tarda mattinata sull’Appennino umbro-marchigiano si è creata una cella temporalesca che poi si è spostata verso l’Adriatico iniziando a scaricare pioggia forte. Sul mare però, più caldo di 5 gradi rispetto alla media del periodo, il temporale è stato bloccato da venti da sud che gli hanno impedito di dissolversi come avviene di solito. Le nubi hanno assorbito una grande massa di aria calda e umidità dal mare che ha rinforzato la perturbazione. A questo punto si è formato un temporale stazionario tra l’Adriatico e l’Appennino che è diventato autorigenerante, cioè che l’enorme quantità di pioggia caduta è stata nuovamente alimentata dall’umidità del mare. Verso la sera – intorno alle 20 – si è scatenata la bomba d’acqua. Era difficile da prevedere ? Oppure è stato sottovalutato il bollettino nazionale del 14 settembre ? Sarà la Procura della Repubblica di Ancona a stabilire se ci sono responsabilità. Infatti, il procuratore ha deciso di aprire un fascicolo penale dove si ipotizzano i reati di inondazione e omicidio colposo a carico di ignoti. Il fascicolo è nelle mani del procuratore aggiunto Valentina D’Agostino. Nel frattempo nei due comuni umbri si inizia a fare il conto dei danni che sono ingenti.