La comunità ucraina in Umbria sotto schoc: in ansia per i loro familiari. Le testimonianze

Per ora sono almeno 137 le vittime in Ucraina dopo l’invasione russa, altre 316 persone sono rimaste ferite. E mentre continuano ad arrivare dichiarazioni di condanna nei confronti di Putin, Kiev è assediata dai militari russi. Da ieri la pace in Europa è a rischio. La resistenza ucraina fa fatica a tenere testa all’offensiva russa . La disparità delle forze è evidente . Da una parte circa 200 mila soldati, super addestrati e con grande dispiego di forze. Dall’altra un esercito con dotazioni nettamente inferiori. Un solo esempio: 852 carri armati, contro 1.200 schierati dai russi. ” Sono addolorata, confusa e delusa perché non si è riusciti a evitare questa guerra, in Ucraina iniziata con la rivoluzione del 2014. Adesso temo che il mio Paese diventi un altro Afghanistan”, così Kateryna  Ketsman, 34 anni. Parla dalla piazza principale di Foligno, dove vive con la mamma Olga e il figlio di 15 anni. ” Le immagini che mi stanno inviando dalla mia città sono spaventose”, racconta Ketsman. ” L’aeroporto e le basi militari che hanno bombardato – aggiunge –  si trovano a poche centinaia di metri da dove vivono i miei cugini e i miei nipoti che hanno sentito chiaramente i boati. Io lì ci sono cresciuta  e assistere a tutto questo fa male”.  Il giornalista dell’ ansa chiede a Kateryna  se spera nel ritorno alla pace: ” No, finché ci sarà Putin, non potrà esserci nessuna azione di pace, almeno fino a quando lui non avrà preso quello che gli interessa, le nostre fabbriche di uranio e i porti, così da non consentire all’Ucraina di avere uno sblocco al mare”. Altra drammatica testimonianza arriva da Olga, una delle tante colf e collaboratrici domestiche ucraine che vivono a Terni ormai da decenni e che ogni giovedì, nel loro pomeriggio settimanale libero, si ritrovano nelle vie del centro per trascorrere qualche ora di svago. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il suo volto, come quello di tante connazionali, è velato dalle lacrime, mentre le mani afferrano in modo compulsivo il cellulare, in attesa di notizie in tempo reale.  ” E’ stata una notte ed è un giorno infernale. Noi qui e i nostri familiari a casa, con le sirene antiaeree che suonano. E’ una grande disgrazia, là abbiamo i nostri figli, i nostri nipoti”, dice Olga che è originaria di Ivano-Frankivs’k, ad est del Paese. ” Ora chiamano a combattere – aggiunge la donna – tutti gli uomini , anche quelli  che non hanno mai tenuto le armi. Si sta creando panico ed è sparito tutto, anche il pane. Io ho perso tutte le speranze”. Mariya, invece, è preoccupata per suo nipote 21enne: “Fa il soldato, sappiamo solo che è scoppiato un magazzino di armi, ma nulla di lui. E’ incomprensibile quanto sta avvenendo”. Di fronte a tanto dolore arriva l’appello della comunità cittadina ed ecclesiale di Assisi, custodi del messaggio di pace di San Francesco e Santa Chiara: ” In nome di Dio, dell’umanità e del buon senso gridiamo fermatevi !”. L’appello francescano chiede a tutte le forze in campo “di rinunciare all’uso della forza e di ritornare al tavolo del dialogo e del negoziato, a ridare la parola alla diplomazia e alla politica che, per sua stessa natura, deve essere sempre al servizio del bene”. Intanto in Ucraina chi ha i soldi cerca di scappare. Un trolley, poche cose da buttare in macchina e via in direzione valico di frontiera di Luzhanka verso l’Ungheria. Sui social circolano centinaia di foto che mostrano i serpentoni di auto dirette verso Ovest e tanti civili a piedi diretti verso i confini meridionali e occidentali. Lo spettro è quello della crisi siriana quando un milione di rifugiati in fuga dalle bombe di Assad e di Putin, si presentò alle porte dell’Europa.