La visita a sorpresa di Papa Francesco tra i terremotati di Norcia: il racconto degli abitanti di San Pellegrino
Una visita a sorpresa, “un giorno speciale, un momento di luce in mezzo alle macerie”, così racconta all’Ansa, oggi, Luciano Severini, allora anima pulsante della frazione di San Pellegrino distrutta dal sisma del 2016. Il Papa arrivò a sorpresa nella città di San Benedetto. Una visita silenziosa, senza cerimoniale, ma destinata a lasciare un segno profondo. Ad accoglierlo era stato il vescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Riccardo Boccardo, l’allora sindaco Nicola Alemanno e l’intera comunità del borgo, ancora stordita dalla devastazione e dalla paura. Nessuno sapeva della visita. “Fu emozionante e commovente -ricorda ancora Luciano – un’emozione forte, gente che piangeva. Non capita tutti i giorni di vedere arrivare il Papa nel proprio paese distrutto”. Durante la visita, mentre s raccoglieva in preghiera accanto alla chiesa parrocchiale crollata, Papa Francesco ricevette un dono inatteso: un’effigie della Madonna di Montesanto, recuperata proprio da quella chiesa ventrata dal sisma. A porgergliela fu Riziero Orsini, abitante di San Pellegrino ed ex guardia forestale. “L’avevo a casa – racconta ora all’Ansa – l’avevo salvata dal terremoto. Quando ho visto il Papa ho sentito che dovevo donargliela. All’inizio non volevano farmi avvicinare, ma gli spiegai che era un’immagine sacra e indicai il monastero da cui proveniva. Lui la prese con gratitudine e disse grazie e che si sarebbe informato della tradizionale processione”. Quel momento di raccoglimento davanti alle rovine, insieme alla comunità ferita, con molti anziani, fu per l’intera frazione un’iniezione di speranza. “Non c’erano discorsi, non c’era retorica” ricorda l’allora sindaco di Norcia, Nicola Alemanno. “Era lì, con noi, a condividere il nostro dolore, fu una grande iniezione di speranza” dice ancora l’ex sindaco. La presenza del Papa, così semplice e profonda, resta uno dei simboli più vivi di quel terribile momento. “Eravamo tra le ultime comunità toccate da quella prima ondata di scosse – aggiunge Severini – e lui venne da noi. Un gesto che non dimenticheremo mai”.