Laureati in fuga dall’Umbria: partiti e mai più ritornati. In dieci anni persi 4.165 cervelli
Scappano dall’Umbria i giovani laureati. Una vera e propria emorragia con conseguenze pesanti sul futuro della nostra Regione. Dal 2013 al 2023 sono stati 4.165 i laureati umbri che hanno lasciato la Regione e si sono trasferiti in altre parti d’Italia e all’estero. A fronte di oltre quattromila uscite i rientri sono stati 1.695. Un dato pesante che porta ad un saldo negativo di ben 2.470 laureati che hanno scelto di lavorare e vivere per sempre fuori dall’Umbria. Sono principalmente giovani tra i 25 e i 39 anni, una generazione fondamentale per il futuro della Regione. Il quadro viene fuori da un report della Camera di Commercio dell’Umbria. Dai dati forniti emerge che tra il 2013 e il 2023 la fascia di età più colpita è quella trai i 25 e i 29 anni con 2.672 laureati in uscita. Seguono la fascia 40-64 con 1.108 partenze mentre i trasferimenti tra i più giovani (0-24) sono stati 205. Ci sono poi 180 laureati over 65 che hanno deciso di lasciare l’Umbria. Nel 2013 i trasferimenti sono stati 233 e i rientri appena 73. Nel 2023, invece, si è registrato il picco massimo con 450 partenze e 219 ritorni. Soltanto il 2021 ha registrato segnali positivi e una inversione di tendenza: i rientri erano saliti a 234 mentre le partenze erano scese a 312. Ma è stata un illusione perché il trend negativo è subito ripreso. La fuga dei laureati si registra anche nelle altre regioni italiane ma l’Umbria ha registrato in dieci anni un aumento delle cancellazioni del 93,1% . Dati preoccupanti per una regione molto piccola e vecchia. “Occorre un fondo regionale – ha detto Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria – per trattenere e attirare i talenti. Solo così possiamo chiudere la forbice negativa e garantire un futuro competitivo per l’Umbria. La perdita di capitale umano è una ferita aperta per la nostra Regione e per il Paese”.