Migliaia di pellegrini a Cascia per la festa di Santa Rita, Cardinale Reina: “Troppa violenza, troppi femminicidi”
Migliaia di pellegrini e devoti hanno partecipato questa mattina alla festa di Santa Rita a Cascia. Donna, sposa, madre, vedova e monaca, un modello di vita più che mai valido oggi. Perché Rita è santa ? Si chiese Giovanni Paolo II nella lettera scritta per il VI centenario della nascita. “Non tanto – rispose – per la fama dei prodigi che la devozione popolare attribuisce all’efficacia della sua intercessione presso Dio onnipotente, quanto per la stupefacente “normalità” dell’esistenza quotidiana, da lei vissuta prima come sposa e madre, poi come vedova ed infine come monaca agostiniana”. Come ogni anno le celebrazioni del 22 maggio vedono arrivare a Cascia miglia di fedeli provenienti da ogni parte del Paese e del mondo. Oggi a celebrare il solenne Pontificale è stato il cardinale Baldassarre Reina, lo scorso anno fu l’allora cardinale Robert F. Prevost, prefetto del Dicastero per i vescovi, oggi Papa Leone XIV. “La vita umana non si tocca. Sia una donna, un bambino, un lavoratore: non si tocca”: è l’appello forte alla difesa della vita, contro ogni forma di violenza, lanciato questa mattina dal cardinale Reina nell’omelia. Reina ha ricordato la figura di Rita come “donna del perdono”, capace di non cedere al male nemmeno di fronte all’assassino del marito. “Avrebbe potuto vendicarsi – ha aggiunto – avrebbe avuto, forse, l’approvazione di molti. Ha scelto la strada del Vangelo, ha scelto di perdonare. Un messaggio di pace e non violenza che si fa ancora più urgente nel contesto attuale, segnato da una escalation di violenza nel mondo, da una terza guerra mondiale a pezzi, come la chiama Papa Francesco”. Reina ha più volte fatto riferimento a Papa Leone XIV, ricordando le parole con cui, appena eletto, si è affacciato alla loggia del Vaticano invocando “il dono della pace”. Siamo, ha detto il cardinale, “davvero preoccupati per le guerre che insanguinano il mondo, ma anche per la violenza quotidiana che attraversa le nostre famiglie, le nostre comunità, la nostra Italia. Pensiamo ai tristi casi di femminicidio. Ci siamo talmente abituati alla violenza da non indignarci più”. L’omelia si è conclusa con un invito a “riflettere in profondità” sul proprio cammino spirituale e a portare nel mondo “il profumo di Cristo: il profumo della fraternità, della gentilezza, dell’accoglienza”. La festa si è conclusa con la tradizionale benedizione delle rose. “Una festa davvero particolare, che quest’anno assume un significato ancora più profondo. Un anno fa a celebrare la solennità fu l’allora cardinale Prevost, oggi Papa Leone XIV. E’ un momento di grande devozione, con numeri straordinari di pellegrini non solo dall’Italia ma da tutto il mondo” ha commentato la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti. Emozione condivisa anche dal sindaco di Cascia, Mario De Carolis: “Solo pensare che un anno fa qui c’era il cardinale Prevost, oggi Papa Leone XIV, è motivo di orgoglio e commozione per tutti noi. E’ una festa che quest’anno ha un sapore speciale”.