Nodo-Nodino di Perugia, storia senza fine e l’ inadeguatezza di una classe dirigente. La battaglia interna alla Lega

Una storia senza fine, che si protrae ormai da decenni. Il Nodo o Mini-Nodo di Perugia è una lite infinita che, visto l’andazzo, non avrà mai termine. Progetti di massima, discussioni, sedute consiliari, liti, sollevazioni popolari, hanno caratterizzato questi anni interminabili. Un’attesa lunga e noiosa che ha evidenziato tutti i limiti della classe politica di Perugia, in completa balia delle onde. Fatto sta che i tre chilometri più intasati dell’ Umbria, quelli che da Collestrada portano alla rampa di Ponte San Giovanni resteranno così per decenni. Il Nodo o Mini-Nodo rivela l’ incapacità e l’ inadeguatezza di una classe dirigente ferma oramai da anni. Svela il volto della politica locale, mostra con chiara evidenza tutti i limiti e scopre le ragioni del declino del capoluogo di regione. La prima ipotesi prevedeva una bratella da sette chilometri, l’idea portava la firma dell’ allora Sindaco Renato Locchi, con l’ adesione convinta dell’ ex Presidente della Regione Rita Lorenzetti. Poi si arriva alla stagione Boccali-Marini, giovani rampanti della sinistra Umbra. Il nuovo progetto prevede una variante che dovrebbe collegare Collestrada a Madonna del Piano. Si arriva a novembre scorso quando l’ assessore regionale Enrico Melasecche annuncia che ” entro poche settimane verrà organizzata una nuova fotogrammetria a distanza di 17 anni dalla precedente per definire con esattezza lo stato dei luoghi interessati al nuovo percorso e inizieranno le trivellazioni per i necessari sondaggi geologici. Si tratta – concludeva l’incontenibile assessore ternani ma nato a Perugia –  di un ‘opera di notevole importanza per lo sviluppo di tutta l’ Umbria “. Il ministero delle infrastrutture aveva anche accolto la richiesta della Regione Umbria , autorizzando l’ Anas, a redigere il progetto. Le risorse per il progetto, 10,5 milioni di euro, erano già state assegnate dal governo; quelle per realizzare l’opera , 211 milioni di euro, di cui 150 per lavori, sarebbero state inserite nel contratto di programma 2021-2025. Ma anche questa volta l’ idea di decongestionare il tratto della E45 di Ponte San Giovanni sembra destinata al fallimento. In questi giorni la novità arriva dal centrodestra che teme di non reggere le accuse e polemiche di chi avanza forti dubbi sulla compatibilità ambientale dell’opera . Fratelli d’Italia e Lega intendono prendere le distanze da un progetto a forte rischio di consensi elettorali. Il centrosinistra invoca da tempo soluzioni alternative, il Movimento cinque Stelle chiede che venga realizzato l’ intero progetto e non il ” Nodino” mentre comitati e associazioni si sono mobilitati per azzerare un progetto nato 20 anni fa che ” oltre a non risolvere il problema del traffico pendolare in entrata su Perugia, provoca forti danni ambientali “. Infine c’è la solita indiscrezione politica: la Lega si è sfilata per fare un dispetto al suo stesso assessore Melasecche , per costringerlo a rassegnare le dimissioni almeno da consigliere regionale. Vattelappesca dove sta la verità. Per adesso l’ unica certezza arriva dal silenzio di Romizi e della Tesei. Ma questa non è una novità.