Pd Umbria a congresso tra voglia di cambiare e resistenza dei soliti noti: la vecchia via dei sospetti

In un clima alquanto teso prosegue il congresso umbro del Partito democratico. Mentre gli iscritti continuano a votare democraticamente nei singoli circoli, incontri segreti e ritrovi romani tentano di mettere i bastoni tra le ruote. Si racconta in queste ore che l’atmosfera si è fatta assai calda al Nazzareno, dove parlamentari di oggi e di ieri, membri della segreteria nazionale ed ex consiglieri-assessori regionali, stanno bombardando i vertici umbri del partito. In realtà non è una novità: da tempo una parte del partito (molti ex e personaggi datati) non intende mollare la presa e sembra intenzionata a difendere con le unghie e con i denti posizioni personali consolidate. In queste ore c’è chi minaccia ricorsi, chi reclama il codice etico e chi pretende di sospendere lo stesso congresso. C’è chi chiede un passo indietro di Sandro Pasquali, chi minaccia l’invio di un commissario e chi vorrebbe fermare le bocce. Un bailamme che rischia di mettere in difficoltà un partito che negli ultimi due anni ha vinto dappertutto: comuni e regione. Un partito che negli ultimi tempi ha portato in dote alla segretaria Elly Schlein una nuova classe dirigente di trenta-quarantenni. Una nuova leva di sindaci coetanei della segretaria, una presidente della Regione stravotata e un Partito democratico che è tornato ad essere serbatoio di consensi. Il congresso rischia invece di passare come l’appuntamento dei sospetti, della superiorità morale e culturale di una parte contro l’altra. Una vecchia via che da tempo galleggia nel Pd umbro. Quasi a voler  ricalcare il centrodestra umbro: avendo perso le elezioni dovunque prova a buttarla in caciara. Dopo le vittorie elettorali della destra, il Pd umbro era agonizzante e senza una classe dirigente credibile, con una parte consistente dell’elettorato popolare che ha votato a destra o si è astenuta. Le ultime elezioni hanno rappresentato l’inizio della svolta, un salto di qualità e un cambio di passo anche dal punto di vista dei gruppi dirigenti che si sono impegnati a incarnarla. Non si tratta soltanto di un fatto meramente anagrafico. Non si è invocata alcuna rottamazione, al contrario si è proposto un rinnovamento come precondizione per tornare a essere credibile e per riallacciare un rapporto di fiducia con la società umbra. Con questo spirito i democratici dell’Umbria si sono avvicinati all’appuntamento congressuale. Non per accordarsi a giochi già decisi o decisi altrove, ma per provare e proporre un cambio di rotta radicale e coraggioso.