Picco contagi all’orizzonte ma la discesa della curva sarà molto lenta. Accelerazione in Umbria per la seconda dose booster

La curva dei contagi cresce ancora in Umbria ma il ritmo rallenta e questo fa pensare che presto verrà raggiunto il picco di questa ultima fase pandemica, con la curva che inizierà a scendere. In base al monitoraggio della fondazione indipendente Gimbe nella settimana 6-12 luglio è stato registrato in Umbria un aumento dei nuovi casi Covid del 20,7% rispetto alla settimana precedente quando invece era stato registrato un più 51,1% sui sette giorni prima. Purtroppo salgono i dati dei ricoveri ordinari negli ospedali e anche i ricoveri nei reparti delle terapie intensive. Due dati che rischiano di mitigare l’entusiasmo, sia pure ancora timido, sul rallentamento dei nuovi casi. Resta però il fatto che i contagi in una settimana si sono più che dimezzati. Un piccolo sospiro di sollievo sebbene un freno all’ottimismo arrivi proprio dalla fondazione Gimbe: ” Bisogna essere consapevoliche la durata del plateau e poi la discesa della curva potrebbero essere molto lenti. Insomma, è necessario tenere alta l’attenzione perché l’epidemia non è affatto finita. C’è ancora molto da fare per fronteggiare le sfide che il Covid-19 prospetta: per esempio il rilancio e l’organizzazione di una nuova campagna vaccinale di massa in autunno, coordinata con quella contro l’influenza, e la riorganizzazione per la riapertura delle scuole. Nel frattempo resta fondamentale una accelerazione sulla quarta dose per gli ultrasessantenni e fragili dai 12 anni in su perché l’Umbria presenta una contraddizione poco rassicurante.  Se, infatti, è vero che la nostra regione registra un tasso di copertura vaccinale con quarta dose sulle persone immunocompromesse del 59,3%, quindi sopra la media nazionale (47,8%), è altrettanto vero che tra gli ultraottantenni, ospiti di Rsa e fragili della fascia 60-79 la copertura vaccinale con quarta dose è ben al di sotto del dato medio del Paese: in Umbria si sono vaccinati soltanto il 10,4% rispetto alla media nazionale che è del 22,5%. Va un pochino meglio tra i ragazzi della fascia 5-11 anni: il 35,5% ha completato il ciclo vaccinale rispetto al 34,9% della media Italia. C’è comunque un segnale incoraggiante: dai primi segnali sembra stia tornando l’interesse per il vaccino, forse alimentato anche dalla paura per l’ondata estiva.  Per concludere: se da un lato nell’ultima settimana il rallentamento nella crescita dei nuovi casi lascia intravedere il raggiungimento del picco, dall’altro è bene essere consapevoli che la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti, anche in ragione del numero di casi non noti alle statistiche ufficiali. Circostanza questa che potrebbe portare ad un aumento di ricoveri ospedalieri con il rischio che una circolazione  incontrollata di un virus così contagioso come Omicron 5 possa comportare problemi ai servizi sanitari.