Procuratore Cantone, criminalità lanciata su crediti bonus edilizi: lavori mai fatti e società solo sulla carta
Le organizzazioni criminali “si stanno lanciando sul grandissimo affare “legato alla cessione dei crediti d’imposta relativi ai bonus edilizi messi in campo dal Governo per mitigare gli effetti economici della pandemia. Lo sostiene Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica a Perugia ed ex presidente dell’Autorità anticorruzione. Il quale con la TgR Rai dell’Umbria ha parlato di un’indagine condotta dalla guardia di finanza del capoluogo umbro nei confronti di una società operante nel commercio di autoveicoli e di due persone fisiche che avrebbero generato e commercializzato in ambito nazionale fittizi crediti d’imposta. ” Crediti su lavori mai svolti che vengono messi all’incasso”, ha detto Cantone. ” Ed è stato fatto – ha aggiunto il procuratore di Perugia – da una società che prima di tutto esiste solo sulla carta e, tra l’altro, non ha mai svolto attività in questo specifico settore. Si tratta di un’attività molto pericolosa perché anche nel caso di specie riteniamo che ci siano tutta una serie di collegamenti con ambienti della criminalità organizzata meridionale”. Secondo Cantone comunque ” per fortuna il Governo ha messo in campo uno strumento che dovrebbe rendere meno semplice la cessione del credito”. Cioè che i crediti possano essere ceduti una sola volta. Tornando alla inchiesta di oggi c’è da dire che la stessa è partita da una società dell’ hinterland perugino operante nel commercio di autoveicoli. Secondo gli investigatori la società risultava avere acquistato e rivenduto crediti d’imposta “per rilevanti importi verosimilmente” riconducibili a condotte fraudolente e, comunque, non in linea con l’effettiva operatività aziendale, trattandosi di un soggetto risultato completamente sconosciuto al fisco e privo di capacità economico-finanziaria. Gli accertamenti condotti dal comando provinciale della guardia di finanza di Perugia – guidato dal colonnello Antonella Casazza – sono ancora nella fase iniziale ma hanno già portato al sequestro preventivo di quote societarie, compendi aziendali nonché il blocco sul portale dell’Agenzia delle Entrate e corrispondente riduzione del plafond di crediti compensabili nei rispettivi cassetti fiscali, per un importo complessivo di 103 mila 67.709 euro. Indagate due persone fisiche e una società per la violazione dell’art. 8 del decreto legislativo numero 74 del 2000. Gli approfondimenti fatti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno portato a delineare quello che è considerato un “puntuale quadro indiziario” circa l’inesistenza dei crediti d’imposta ceduti, la mancata esecuzione, in tutto o in parte, dei lavori e che fossero fittizi i contratti di affitto sottostanti. Le comunicazioni di cessione dei crediti inserite nella piattaforma informatica – riferiscono gli inquirenti – sono state qualificate come “altri documenti per operazioni inesistenti” la cui emissione configura la presunta condotta illecita legata al decreto legislativo 74 del 2000.