Regione Umbria e nomine, l’eterno scontro tra società civile e apparati: l’infornata di ex
Una premessa è d’obbligo: non rappresenta una novità. Il vezzo però fa fatica a morire. L’infornata di nomine pubbliche di queste settimane in Umbria sembra essere una specie di ri-collocamento per ex amministratori, ex segretari di partito, ex assessori comunali, ex sindaci. Scorrendo l’elenco di amministratori e consiglieri nominati si trovano ex assessori comunali (Arpa e Ater); ex sindaci (Umbraflor e Afor); ex segretari di partito (Adisu). Sicuramente si tratta di persone che hanno fatto esperienze importanti nelle pubbliche amministrazioni e in possesso dei requisiti di professionalità e competenza necessari per l’espletamento dell’incarico. E’ altrettanto vero che si tratta di scelte fatte dopo un regolare avviso pubblico e relativa domanda. Diciamo pure che ci “può stare” e che, almeno in parte, si può registrare una infarinatura accettabile sulle materie di loro competenza. Così come sarebbe un errore quello di creare un contesto anticasta portato avanti, purtroppo, per troppo tempo da alcuni partiti e da uno stolto establishment antipolitico. Un’azione deleteria che ha avviato un progressivo e pericoloso logoramento della democrazia. E quando una democrazia viene svuotata i rischi che ci sia una democrazia taroccata aumentano sempre di più. E’ l’anticasta bellezza. A volte però c’è una questione di opportunità che il culto delle appartenenze non può trascurare. Una questione che riguarda competenze e ricerca delle migliori energie della società. Soprattutto per un partito come il pd, che ha eletto la segretaria nazionale, Elly Schlein, nei gazebo rovesciando il voto degli iscritti che a maggioranza assoluta, con il 52%, avevano eletto Stefano Bonaccini. Da un certo punto di vista, la sconfitta del segretario scelto dagli iscritti è la vittoria della società civile. O, se vogliamo, del “partito liquido”. Il discorso vale anche per la presidente della Regione Stefania Proietti, civica, non iscritta a partiti, con lo sguardo rivolto alla comunità che amministra e che del civismo ne ha fatto una bandiera. Per non parlare del Movimento 5 stelle e della loro democrazia diretta anticasta. Tutte le mutazioni sono legittime ma una domanda viene spontanea: dove sono finiti i celebri “esterni”, gli esponenti della “società civile”, i rappresentanti del “partito che non c’è” ?