Vittime Covid, un numero che ci riporta indietro di mesi. Omicron predominio pressoché totale

La variante Omicron sta per soppiantare la Delta, il tutto è avvenuto in appena due mesi. Ma nonostante il cambio della guardia dobbiamo continuare a essere molto attenti. Il numero dei morti che si è registrato in questi ultimi giorni ci rimanda infatti ai tempi bui. Numeri molto dolorosi che fanno comprendere quanto il virus sia ancora pericoloso. Certo, scontiamo l’esito delle infezioni delle scorse settimane. Molti pazienti deceduti, anche in Umbria, sono stati portati in terapia intensiva una quindicina di giorni fa e purtroppo non ce l’hanno fatta. Oggi nella nostra regione ci sono stati altri 7 decessi, in totale siamo arrivati a 1.575 morti. Sicuramente  alcuni di questi sono stati contagiati dalla variante Delta prima ancora che Omicron diventasse dominante. A tutte queste ipotesi però vengono in mente le parole pronunciate proprio ieri dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): ” La pandemia non è affatto finita e la narrativa che Omicron sia una malattia lieve è fuorviante e costa più vite”. La riprova, dicono molti esperti, è giunta sempre ieri: solo nelle ultime 24 ore, in Italia, si sono registrati 434 decessi. Così come in Umbria, dove negli ultimi giorni si sono registrate tante vittime Covid. Un numero che riporta indietro di mesi. Del resto la crescita di Omicron è stata fulminea. Siamo passati dal 20% di prevalenza a metà dicembre all’ 80% del 3 gennaio. Oggi – come ha ricordato anche il Nucleo epidemiologico dell’Umbria –  abbiamo un predominio pressoché totale di questa variante sulla Delta, la cui capacità di trasmissione era già alta. Alcune stime fatte dall’Istituto Superiore di Sanità indicano che Omicron sia collegata in misura inferiore a una evoluzione severa della malattia rispetto a Delta, confermando così alcuni report internazionali che vanno nello stesso senso. Bisogna però considerare che in quadro in cui il numero dei contagiati è molto elevato, anche un indice di severità inferiore può mettere in difficoltà gli ospedali. Sempre secondo gli esperti, quasi tutti saranno raggiunti dal virus anche se la protezione fornita dalla risposta immunitaria indotta dai vaccini e dall’infezione naturale contribuirà a fare da barriera per la sua circolazione. Ma i rischi per le persone fragili e il sovraccarico del sistema sanitario continuano a esistere. L’immunità data dall’infezione naturale ha una durata limitata nel tempo, come mostrano i dati sulle reinfezioni che fino a dicembre erano quantificabili nell’ 1% dei casi settimanali. Omicron ha portato questa quota al 3,3%. Anche questo fattore contribuisce a mantenere alta la circolazione. L’arma migliore per contrastare l’avanzata del virus resta il vaccino senza indebolire però la rete di sequenziamento, che resta determinante per seguire l’evoluzione della pandemia  e disegnare le strategie di contrasto. Individuare precocemente un nuovo ceppo e monitorare la sua presenza sul territorio è molto importante, non solo per studiarne le caratteristiche ma anche per verificare la loro sensibilità ai vaccini. In Umbria fino a ieri 721.822 persone avevano fatto la prima dose di vaccino, pari all’ 83,74% della popolazione avente diritto. Negli ultimi giorni si è registrato un discreto incremento di prime dosi. Il ciclo vaccinale è stato completato da 710.851 persone, pari all’ 82,42%. Terza dose per 397.555 soggetti, pari al 46,37%.