Acque minerali, ritardi nella compilazione dei regolamenti della legge. Interrogazioni all’assessore Cecchini: “Investimenti sempre permessi”

PERUGIA – Nella seduta di oggi dell’Assemblea legislativa, sessione dedicata al Question time, l’assessore all’Ambiente Fernanda Cecchini ha risposto ad una interrogazione del consigliere Roberto Morroni (FI) nella quale ha evidenziato l’urgenza dell’emanazione, da parte dell’Esecutivo regionale, dei regolamenti attuativi, previsti dalla legge regionale ‘14/2017’ sulla disciplina delle acque minerali, necessari per la redistribuzione dei canoni concessori ai Comuni.

Nell’illustrazione dell’atto, Morroni ha sottolineato che “l’attribuzione ai Comuni di una quota dei canoni pagati dalle aziende di imbottigliamento rappresenta una opportunità  preziosa per gli enti locali, che potrebbero in questo modo disporre di risorse significative per l’attuazione di interventi finalizzati alla tutela e alla riqualificazione ambientale. La legge ha infatti introdotto la possibilità per i territori interessati dalla coltivazione dell’acqua o dalla presenza di impianti di imbottigliamento (in Umbria sono ben 11) di vedere attribuita una parte dei canoni che le aziende versano alla Regione. Questa percentuale può variare da un minimo del 30 ad un massimo del 40 per cento. Un’opportunità preziosa per gli enti locali, che potrebbero in questo modo disporre di risorse significative per l’attuazione di interventi finalizzati alla tutela e alla riqualificazione ambientale. Ad oggi – ha spiegato – la legge regionale, entrata in vigore nell’ottobre 2017, risulta inattuata in quanto sprovvista del regolamento che disciplina i criteri e le modalità di presentazione dei progetti da parte dei Comuni nei cui territori ricadono le concessioni di acque minerali o gli impianti di imbottigliamento.  Se il concessionario, ad esempio,  versasse alla Regione  un canone annuo di 400mila euro, il Comune interessato, presentando appositi progetti, potrebbe ricevere da 120mila a 160 mila euro. E questo, come previsto dalla legge, a partire dall’anno 2018 e con cadenza annuale”.

L’assessore all’Ambiente, Fernanda Cecchini ha risposto che “ll regolamento, con un po’ di ritardo, è stato messo a disposizione dell’Ufficio legislativo per avere i pareri necessari e fare sì che la Giunta possa adottarlo e metterlo quindi a disposizione della Commissione per concordare insieme un documento che tenga conto delle indicazioni che provengono dalla legge, dall’insieme di norme che sono anche frutto di sollecitazioni provenienti anche anche da emendamenti di alcuni consiglieri nel corso dell’approvazione della legge. La proposta di regolamento arriverà comunque a breve in Commissione dove verranno concordate le migliori modalità per l’utilizzo delle risorse, che sarà ovviamente legato a tematiche ambientali e comunque collegate al tipo di entrata (idrico).

Nella replica, Morroni si è dichiarato “parzialmente soddisfatto” dalla risposta. “Ricordo all’assessore che all’interno della legge è stato previsto che dall’anno in corso i Comuni possano beneficiare di queste risorse. Dunque il ritardo va a pregiudicare l’attuazione di una legge ed i relativi benefici.  I comuni non hanno mai goduto dei benefici derivanti dagli impianti presenti nei loro territori. Auspico che i tempi di predisposizione del regolamento possano avere una fortissima accelerazione”.

Sull’argomento anche il consigliere Andrea Smacchi (Pd) ha interrogato l’assessore regionale Cecchini, relativamente per la mancata approvazione dei regolamenti attuativi per la redistribuzione ai Comuni dei canoni concessori sulle acque minerali. Smacchi ha sottolineato la  necessità di “approvarli al più presto” poiché “il ritardo potrebbe inficiare il trasferimento delle risorse per il 2018”.

“Avrebbero dovuto essere approvati entro il mese di febbraio 2018 quando la Regione avrebbe dovuto destinare ai Comuni interessati da un minimo dal 30 ad un massimo del 40 per cento (rispetto al 20 vigente) della concessione annua pagata dalle aziende del settore per progetti che riguardano la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione e riqualificazione ambientale”.
Dopo aver ricordato che l’obiettivo della legge (scaturita da un’iniziativa di Smacchi e Rometti) approvata dall’Assemblea legislativa lo scorso settembre era quello di andare verso un miglior modello di distribuzione dei canoni concessori, per riconoscere maggior valenza a tematiche ambientali e territoriali”, Smacchi ha parlato del mercato delle acque di sorgente o termali, evidenziando che “14 sono i comuni interessati in Umbria; 1milione 500mila i litri imbottigliati ogni anno; circa 1milione 800mila euro sono i canoni pagati dalle sei aziende ancora attive ed operative alla Regione nel 2017; circa 600mila euro sono i canoni che in base alla nuova legge regionale verranno distribuito nel triennio 2018-2020 ai Comuni interessati. Nello specifico, al Comune di Gualdo Tadino spetteranno risorse per circa 150mila euro all’anno, al Comune di Sangemini 100mila euro, come pure al Comune di Gubbio, 60mila euro al Comune di Nocera Umbra, 25mila a Sellano, 20mila a Scheggia, 50mila al Comune di Cerreto. In Umbria vengono imbottigliate circa il 10 per cento di tutte le acque minerali in Italia. l’impegno che chiediamo alla Giunta è quello di portare entro il prossimo mese di settembre i regolamenti in Commissione ed in Aula affinché i Comuni possano avere a disposizione risorse per progetti che in alcuni casi sono stati già presentati, come ad esempio quello del Comune di Gualdo Tadino per il risanamento dell’ex cava di breccia in via Zoccolanti. Ringrazio l’assessore per aver previsto risorse in sede di assestamento. Per il triennio 2018-2020 sono stati previsti 600mila euro per ogni anno. E questa la dimostrazione che c’è volontà politica”.

L’assessore Cecchini ha risposto che “seppure in presenza di un ritardo da parte degli uffici nel predisporre la bozza di regolamento, quando i Comuni ci hanno presentato richieste per bonifiche o comunque per riqualificazioni legate ai temi ambientali la Regione ha contribuito indipendentemente dalla legge in questione. La Regione onorerà l’impegno che deriva dalla legge il cui regolamento approderà in Commissione nelle prossime settimane”.

Smacchi, nella replica ha detto che provvederà a “monitorare la questione auspicando il rispetto ai tempi della predisposizione dei regolamenti al fine di poter utilizzare risorse già nell’anno in corso”

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