Amanda Knox, su Chico Forti una storia falsa come “su di me”

Amanda Knox si rivede in Chico Forti, l’imprenditore trentino detenuto da 20 anni in Florida e in attesa di essere estradato per scontare in Italia l’ergastolo per un omicidio per cui si è sempre proclamato innocente. Lo ha detto in una intervista alle Iene che la trasmetteranno venerdì in prima serata su Italia 1. ” C’è un pregiudizio su di me come qui, negli Stati Uniti, c’è per Chico. Mi vedo in lui, riconosco quella sofferenza e quella speranza di essere riconosciuto per quello che è”, ha detto Knox , condannata e poi definitivamente assolta per l’omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia la sera del primo novembre del 2007. Delitto per il quale è stata detenuta per quasi quattro anni come Raffaele Sollecito, anche lui poi assolto dalla Cassazione. ” L’Italia è importante per me “, ha detto Knox alle Iene, secondo quanto anticipato dalla trasmissione. “Io non porto rancore nei confronti dell’Italia – ha aggiunto –  e so  he gli italiani che continuano ad odiarmi, odiano un’idea di me che non esiste. E non è colpa loro. Sono stati messi davanti a una storia falsata, sono stati ingannati, quindi non è colpa loro. In ogni caso sono felice di poter offrire il mio punto di vista per aiutare un italiano. Tutti i sistemi giudiziari oscillano e fanno degli errori. Non si può dare per scontata la giustizia, non è qualcosa che ti viene semplicemente data, anche se te la meriti, ma qualcosa per cui devi lottare e Chico lo farà per il resto della sua vita”. Sempre sul caso Forti, la giovane di Seattle ha detto di essere stata ” molto commossa dall’onda di solidarietà degli italiani mei suoi confronti”. ” Mi ha ricordato – ha aggiunto la Knox – quella che gli americani hanno rivolto su di me. La giustizia americana ha fatto malissimo a lui. Nelle due vicende molte cose sono simili. Il suo interrogatorio non è stato registrato, poi hanno costruito un caso contro di lui che era privo di evidenze. Questo caso è imbarazzante , non ci sono prove contro di lui. La polizia ha deciso sin da subito il colpevole e nel momento in cui per loro l’evidenza era un ostacolo hanno inventato altre prove”.