Casi Covid-19: Fp Cgil, la Regione sia da esempio

Perugia – Risposte non complete e procedure di sicurezza adottate in modo non uniforme nelle varie sedi della Regione Umbria. È quanto riscontrato dalla Fp Cgil nell’incontro avvenuto con l’amministrazione dell’ente Regione Umbria in data 16 ottobre, a seguito di un nuovo caso registrato nella sede principale del Broletto al terzo piano dell’edificio. Sede di lavoro di circa 700 dipendenti su cui l’amministrazione si è limitata a mettere in lavoro agile i colleghi del dipendente positivo e a sanificare solo quel piano, mentre solo due settimane prima, per il caso di positività al Covid da parte di un assessore e un direttore era stata completamente chiusa la sede di Piazza Partigiani, luogo di lavoro di 140 dipendenti.
“Misure di sicurezza completamente differenti che non seguono una procedura chiara e uniforme – denunciano dalla Fp Cgil – facendo apparire le risposte da parte degli amministratori approssimative e superficiali di fronte ad un’emergenza che sta raggiungendo proprio in questi giorni livelli elevati classificandosi la Regione dell’Umbria tra le prime 10 regioni con il più alto tasso di contagio. Ma il fatto che più contestiamo – prosegue la Fp Cgil – è che l’amministrazione regionale non si è adoperata ad attivare le procedure necessarie per far fare i tamponi ai dipendenti della Regione, nemmeno a coloro che sono entrati in contatto con la persona risultata positiva”.
Monitoraggio, verifica e controllo questo è quello che chiede il sindacato. “Ci attendiamo di più da parte di un ente che per la sua importanza dovrebbe essere esempio per tutti gli altri enti pubblici, ponendo in tutela i lavoratori e le lavoratrici e i cittadini con cui hanno nel quotidiano contatti per pratiche tecnico/amministrative nonché per attività o servizi”, insiste la Fp Cgil.
“Chiediamo nuovamente a questa amministrazione di agire con più rigore – prosegue il sindacato – effettuando i tamponi necessari a garantire la sicurezza nel luogo di lavoro dei dipendenti e, anche alla luce del nuovo Dpcm, di convocare il Comitato di controllo per l’applicazione del Protocollo sicurezza, con successivo confronto con le rappresentanze sindacali su un tema tanto delicato quale quello della salute dei lavoratori e dei cittadini”.
Secondo Silvia Pansolini, della segreteria regionale Fp Cgil Umbria, “nel Protocollo di sicurezza vanno individuati i servizi essenziali da rendere in presenza e tutti quelli che invece possono essere svolti in modalità agile. La norma individua questa divisione fondamentale utile, se applicata, a ridurre il rischio contagio pur mantenendo servizi ai cittadini efficienti e puntuali. Ci preme sottolineare anche la necessità di maggior prevenzione per i soggetti con fragilità fisiche, vulnerabili, che potrebbero avere conseguenze ben più dannose qualora fossero contagiati”, conclude Pansolini.
E proprio visto l’aggravarsi dell’emergenza che sta coinvolgendo lavoratori e lavoratrici, è stato attivato un nuovo servizio presso gli uffici Inca Cgil per un’attenta verifica e successiva attivazione della procedura per la denuncia di infortunio sul lavoro qualora i casi di positività al Covid-19 possano essere legati alla causa di servizio.