Cgil: per la crisi idrica del Trasimeno si può iniziare a fare qualcosa?
Perugia – Mauro Moriconi, della segreteria Camera del Lavoro di Perugia (Resp Zona Lago Trasimeno – Media Valle del Tevere), interviene parlando della crisi idrica del Trasimeno
“Lo diciamo ora che è iniziata “la stagione delle piogge” ma di annunci e sfilate stucchevoli non se ne può veramente più. Il 2020 era iniziato con un’operazione che sembrava essere “l’uovo di Colombo”, il cambio di verso delle paratie sul torrente Moiano (all’altezza di Casaltondo) per incanalare le acque dello stesso in direzione del Trasimeno, anziché del lago di Chiusi, accompagnata da sfilata mediatica in pompa magna dell’establishment politico umbro (dall’assessore regionale Roberto Morroni, ai consiglieri Eugenio Rondini e Simona Meloni, al senatore Luca Briziarelli, ai sindaci Riccardo Bardelli, Matteo Burico, Giulio Cherubini, Giacomo Chiodini, Roberto Ferricelli, Maria Elena Minciaroni, Sandro Pasquali e Fausto Risini). Ora l’anno si avvia verso la fine, con l’approvazione all’unanimità da parte dell’assemblea legislativa dell’Umbria di una mozione bipartisan per la “adozione urgente delle misure indispensabili per risanare e valorizzare il Lago Trasimeno, anche attraverso l’utilizzo delle risorse previste dal Recovery Fund”.
Bene! Complimenti e applausi per tutti. Ma in attesa delle risorse del Recovery Fund si può iniziare a fare qualcosa? Magari semplice e neanche molto costosa? Come ad esempio una corretta manutenzione dei canali di adduzione (alcuni dei quali versano in condizioni di abbandono), affinché in caso di pioggia consentano all’acqua, (opportunamente deviata a Casaltondo) di raggiungere il Trasimeno.
E dell’acqua della diga di Montedoglio per la cui adduzione tanti milioni sono stati spesi ne vogliamo parlare?
Gli obiettivi previsti nella mozione sono: l’ampliamento del bacino imbrifero; il completamento delle opere di adduzione dal fiume Chiascio; la valutazione della compatibilità dell’immissione diretta delle acque della diga di Montedoglio; la manutenzione delle aree spondali demaniali; l’approfondimento dei fondali e la manutenzione delle rotte di navigazione; il recupero del degrado strutturale delle darsene e degli approdi e l’adeguamento dei bassi livelli; la manutenzione e gestione dei corsi d’acqua, delle opere idrauliche di terza categoria e della linea navigabile; l’intercettazione del trasporto solido e la rimozione dei conoidi; la lotta ai chironomidi. Si tratta di obiettivi condivisibili, ma per l’ennesima volta chiediamo a Regione dell’Umbria e Unione dei Comuni del Trasimeno di passare dalle parole ai fatti”.