Cia Umbria: Matteo Bartolini riconfermato presidente

Matteo Bartolini è stato riconfermato alla guida della Cia-Agricoltori Italiani dell’Umbria. Si è svolta questa mattina la IX Assemblea elettiva regionale dell’associazione di categoria, nella Sala Trumpet dell’area Jazz Hotel Giò, al termine della quale il 45enne tifernate è stato rieletto per i prossimi quattro anni. La seconda parte della giornata ha visto grande partecipazione al convegno Cia Umbria dal titolo “Ripartiamo dal territorio: reddito, sfida green e digitale”, a cui hanno preso parte, con un videomessaggio, il Vice Direttore FAO Maurizio Martina, il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Anna Ascani e, in collegamento web il Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, On. Filippo Gallinella, che ha messo in luce le opportunità in campo agricolo che il PNRR (Piano nazionale Ripresa e Resilienza) offre, unitamente alla Legge di Stabilità da poco varata dal governo. In presenza, invece, l’esperto in materia di Pac, Prof. Unipg nonché Presidente Ismea Angelo Frascarelli, che ha esposto una dettagliata relazione sulla nuova Pac e sul Piano Nazionale Strategico per la sua attuazione in Italia, il vice presidente della Regione Umbria e Assessore all’Agricoltura Roberto Morroni con un intervento sulle strategie di sviluppo messe in campo sul territorio regionale attraverso il nuovo PSR. A concludere l’incontro, il vice presidente CIA nazionale, Mauro Di Zio.

DICHIARAZIONI PRESIDENTE MATTEO BARTOLINI

“In questi 4 anni abbiamo iniziato un lavoro faticoso e rivoluzionario che oggi conclude, con successo, la sua prima fase. Ora possiamo dedicarci a una nuova fase che richiede un altro modello di partecipazione in modo da creare un flusso continuo tra le esigenze di tutela settoriale e la strategia di sviluppo del territorio. È arrivato il tempo di cogliere le opportunità che la crisi pandemica ci sta offrendo. Se si ha il coraggio e l’intuizione corretta per guardare al bicchiere mezzo pieno, negli anni a venire ci aspetta il vero percorso di crescita e sviluppo che porterà al vero cambiamento, a ridisegnare una nuova e più moderna agricoltura umbra, più verde e più smart, grazie ai fondi che l’Europa ci mette a disposizione. Ci attendono anni in cui lavorare a stretto contatto con il mondo politico regionale, costruendo rapporti professionali, oltre che umani, basati sulla reciproca autorevolezza e concretezza nelle azioni. Dobbiamo, e lo stiamo già facendo, innalzare ponti con le università e gli istituti di ricerca per poter avviare progetti che puntino alla vera sostenibilità, economica e non solo ambientale, alla transizione ecologica e a quella digitale. Ci sono dossier ancora fermi sul tavolo dei decisori politici che devono essere affrontati: la gestione della fauna selvatica in primis, in particolare l’emergenza cinghiali e ora anche il rischio peste suina, così come le ZVN (zone vulnerabili ai nitrati) da rivedere sul nostro territorio. Uno degli obiettivi a me cari resta la dignità dell’agricoltore, che si traduce in un adeguato compenso economico e riconoscimento sociale per il lavoro che svolge ogni giorno, nonostante le pazzie a cui il cambiamento climatico ci espone e la riduzione delle risorse naturali. Questo è possibile solo riscrivendo le filiere dell’agroalimentare. Credo che nei prossimi anni si debba operare alla creazione di ‘Comunità del cibo’ all’interno dei Distretti, per ridisegnare in un’ottica di sviluppo sostenibile, la mappa delle relazioni tra cittadini, territorio, produzione, trasformazione e consumo. Come CIA stiamo portando avanti un piano per l’integrazione delle imprese agricole produttrici e quelle turistiche, ristoratori e albergatori: pensiamo all’enoturismo, alle strade dell’olio, ad un Consorzio Dop Umbria che siamo riusciti a riportare in vita da timonieri, all’agricoltura sociale che da sempre vede la Cia in prima fila nei progetti europei già avviati, a quelle filiere che finalmente, dopo tanto impegno, vedono oggi la luce: la filiera del nocciolo, del grano, del tartufo e quella avveniristica del luppolo made in Umbria, progetto che vede fin da subito tra i partner la Cia regionale. Altra sfida è quella del digitale. In questi ultimi due anni, in particolare, l’Europa ha segnato la strada con il New Green Deal e la strategia Farm to Fork. La Cia ne ha capito subito la portata rivoluzionaria e abbiamo lavorato per accompagnare le nostre aziende in questo percorso. Frutto ne è l’accordo con Agricolus, azienda specializzata nella creazione di software per l’agricoltura di precisione, grazie al quale l’imprenditore agricolo associato può finalmente avviare il passaggio alla gestione aziendale completamente digitalizzata. Nuovi obiettivi per un nuovo modello di agricoltura: una più consapevole e vitale generazione di custodi della terra, di visionari, ma con i piedi ben piantati nella realtà”