Consiglio provinciale Perugia, approvato il “Piano di azioni positive 2019 – 2021”

PERUGIA – E’ stato approvato dal Consiglio provinciale di Perugia, con sei voti favorevoli e cinque contrari, il “Piano di azioni positive 2019-2021”.

Si tratta di Piani triennali previsti dall’articolo 48 del D.Lgs. n. 198/2006 “Codice delle pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne” che le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di adottare per non incorrere nella sanzione prevista per i soggetti inadempienti, il blocco dell’assunzione di nuovo personale, compreso quello appartenente alle categorie protette.

Nel prendere la parola la consigliera Erika Borghesiha spiegato le proposte contenute nel documento redatto dall’Ufficio pari opportunità insieme al Comitato Unico di Garanzia.

“Un piano che punta l’attenzione sulla valorizzazione professionale e sulla rimozione degli ostacoli che impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro – ha riferito Borghesi –. Nel documento è ben delineata la situazione del personale provinciale dopo la riforma e sono individuati tre obiettivi principali: promuovere il ruolo e la funzionalità degli organismi di parità, incoraggiare la cultura di genere delle pari opportunità e favorire il benessere organizzativo contrastando le discriminazioni”.

A seguire è intervenuto il consigliere Giovanni Andrea Lignani Marchesaniche si è detto contrario all’approvazione del Piano: “Ho forte rispetto del sesso femminile, trovo le donne in molti campi più preparate degli uomini. Proprio per questo ritengo il  documento ‘inutile’, in quanto nel nostro territorio non esistono più discriminazione nei confronti delle donne, lo conferma il fatto che per venti anni abbiamo avuto Presidenti di Regione donne”.

“Oggi le disuguaglianze possono essere migliorate – ha precisato la consigliera Letizia Michelini – ma di certo non sono cessate. Lo sapevano bene i nostri padri della Costituzione che hanno pensato di tutelare la posizione della donna in più articoli. A distanza di pochi anni non credo che le disparità siano scomparse e per questo vedo la necessità di interventi mirati a riconoscere il ruolo fondamentale della donna”.

“La parità di trattamento tra uomo e donna nell’accesso alle cariche deve essere garantita, ma questo ‘Piano di azioni positive’ mi sembra propagandistico – ha aggiunto Fabrizio Gareggia -.” Sulla linea del ‘no’ al documento anche il consigliere MarcelloRigucciper il quale “sono le donne stesse per prime a non sostenersi tra di loro”.

“C’è ancora un divario tra uomo e donna – ha riconosciuto il vice presidente Sandro Pasquali– con una serie di condizioni che devono essere migliorate. Se il Piano può aiutare ad ottenere una situazione di parità, ritengo sia giusto impegnarsi su questi percorsi”.

A lato del dibattito scaturito in Consiglio le consigliere provinciali, Erika Borghesi e Letizia Michelini,hanno dichiarato: “L’opposizione ha votato contro un piano da adottare obbligatoriamente per legge, basando la propria contrarietà non sul merito del provvedimento o sull’efficacia o meno delle azioni dallo stesso previste, ma ‘tout court’ sul mancato riconoscimento di una situazione di disparità tra uomo e donna nei più diversi contesti sociali, politici ed economici, in primis quello lavorativo. Tutto ciò ha evidenziato una mancata consapevolezza da parte dei consiglieri di opposizione sulla conoscenza dei dati drammatici dell’occupazione femminile e tanti altri settori in cui si evidenzia la differenza tra uomo e donna. L’impressione è che quanto accaduto in consiglio provinciale getti una pericolosa ombra su quanto fatto in questi anni per ottenere diritti fondamentali e garantire maggiore uguaglianza sul piano sostanziale alle donne come previsto dalla Costituzione, riconoscendo anche il fondamentale ruolo che le stesse rivestono nella società e nella vita familiare.

Dagli interventi dei consiglieri Lignani Marchesani, Rigucci e Gareggia è emersa una precisa volontà politica di liquidare il tema delle pari opportunità come un fatto ‘estetico’ e insussistente, un capriccio delle donne insomma. Lanciamo un appello trasversale a tutte le donne, soprattutto a quelle che ricoprono ruoli politici, affinché vigilino e si ribellino ad ogni tentativo di delegittimare la problematica delle pari opportunità. È vero – concludono le Consigliere – non bastano le quote rosa, serve un impegno contestuale molto più ampio, una visione che non ha colore politico e un coinvolgimento maggiore degli uomini nei contesti di sensibilizzazione al tema in questione”.