Operazione Spada: Piacenti D’Ubaldi resta ai domiciliari. Montalbano si dimette da presidente di TerniReti. Le opposizioni chiedono le dimissioni

TERNI – L’assessore Vittorio Piancenti D’Ubaldi resta ai domiciliari. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari dopo un lunghissimo interrogatorio, durato due ore e mezzo, durante il quale l’assessore al Bilancio di Palazzo Spada ha risposto alle domande senza esitazioni. La forma scelta di misura cautelare si attenua. Piacenti potrà uscire per recarsi al lavoro e riprendere la sua attività di commercialista, non potrà invece tornare in Comune.

Nel corso dell’interrogatorio D’Ubaldi ha anche fornito alcune integrazioni documentali.

Il presidente TerniReti, Vincenzo Montalbano Caracci, si sarebbe invece dimesso dal suo ruolo di presidente nella società. Una notizia che trapela dal Palazzo di Giustizia.

“Consulenze ripetute nel tempo, incarichi alle stesse persone dal 2011 ad oggi”. Queste le accuse mosse dalla Procura che hanno fatto scattare la misura restrittiva degli arresti domiciliari per assessore D’Ubaldi, presidente di Terni Reti, Vincenzo Caracci Montalbano e per il commercialista di Rimini, Roberto Camporesi.

Un terremoto che fa tremare ancora una volta Palazzo Spada e che prevede altre scosse, forse “scossoni”. Nell’inchiesta dovrebbero confluire anche altri 3/4 indagati. Intanto nel blitz di oggi è stato acquisito ulteriore materiale. Tanti i documenti sequestrati dagli agenti e portati direttamente in Procura.

Due i filoni di inchiesta nuovi aperti in gran segreto da alcuni mesi dalla Procura della Repubblica di Terni.

Riguardano il complesso discorso delle farmacie comunali di recente poste in vendita dalla giunta Di Girolamo.

Sotto esame anche l’operato della Terni Reti che gestisce i parcheggi a pagamento, i permessi d’accesso alla zona a traffico limitato, l’aviosuperficie e gli incassi della multe comunali.

Il nuovo blitz della Guardia di Finanza, Squadra Mobile e Digos negli uffici di Palazzo Spada è scattato all’improvviso, quando i dipendenti comunali stavano per uscire dagli uffici.

Che qualcosa stesse accadendo se ne è reso conto chi ha visto uscire dal palazzo del Comune l’assessore al bilancio Vittorio Piacenti d’Ubaldi, scuro in volto, accompagnato alla propria auto da un agente e portato nella Caserma della Finanza in via Bramante

L’Operazione Spada – la maxi inchiesta che investì lo scorso anno sindaco, assessori, dirigenti del comune di Terni e mondo della cooperazione sociale – continua quindi senza sosta.

Il fatto – Parole pesanti quelle pronunciate dai giudici del Tribunale del Riesame nei confronti della giunta Di Girolamo, a seguito dell’operazione Spada.

La maxi inchiesta che ha investito sindaco, assessori e dirigenti del comune di Terni e mondo della cooperazione sociale.

Per i giudici, Narducci, Verola e Semeraro: “I fatti illeciti commessi dagli indagati non solo non sono estemporanei o occasionali, ma dimostrano al contrario, che nel comune di Terni, il sistema degli appalti pubblici non si è mai conformato alla normativa nazionale e comunitaria”.

Nel dettaglio, per il Riesame “Nella delibera numero 47 del 28 febbraio 2013 della giunta comunale di Terni, approvata anche da Di Girolamo, il mezzo fraudolento emerge chiaramente proprio dall’analisi della delibera: la giunta ha approvato il progetto dell’ufficio tecnico con il quale si affida direttamente tre diversi tipi di servizi alla Srl Flora Napoli di Casoria (non indagati) per il servizio di taglio erba, potatura, pulizia dei riquadri stradali e servizio gestione impianti irrigui, manutenzione fioriere”.

Per giudici Narducci, Verola e Semeraro, “Tale progetto approvato non solo fraziona del tutto artificiosamente e arbitrariamente in tre l’appalto, ma addirittura la delibera richiama il valore degli importi delle prestazioni inferiore a 200.000 euro, laddove poco prima, nella stessa delibera, il valore complessivo supera di gran lunga tali cifre”.

Lo stesso iter – secondo il Riesame – è stato fatto per gli appalti della manutenzione cimiteriale.

“Anche in tal caso è stato realizzato il frazionamento dell’appalto per importi inferiori alla soglia comunitaria e si sono succedute diverse proroghe, impedendo così la partecipazione di altri soggetti, limitata la partecipazione solo ad alcuni ed evitata la gara europea”.

Quanto alla proroga dell’affidamento del servizio di supporto e assistenza turistica nell’area della Cascata delle Marmore, “possono ripetersi le osservazioni già svolte”.

Per i magistrati “il contratto prevedeva che alla scadenza contrattuale fissata al 31.12.2010, fosse possibile concedere una proroga non superiore a 12 mesi, previa adozione di apposito atto di giunta comunale. Una prima proroga di un anno fu concessa con la delibera di giunta, approvata anche dagli indagati, numero 377 del 10 agosto 2010. Accadde però che invece di bandire la gara, la giunta ternana, in altre due occasioni, ha autorizzato la proroga poi attuata con i provvedimenti dei dirigenti amministrativi del comune, consentendo lo svolgimento del servizio fino al 30.06.2013″.

Il Collegio del Tribunale del Riesame “in punto di esigenze cautelari, ha ritenuto che gli indagati hanno rivestito un ruolo preminente, quasi decisivo, nell’attivazione delle procedure amministrative illegittime oggetto dell’attuale procedimento penale.

Da molti anni Di Girolamo è Sindaco del Comune di Terni ed ha presieduto tutte le sedute della giunta comunale nell’ambito delle quali sono stati adottati i provvedimenti che il Collegio ritiene aver costruito condotta che integra i delitti contestati”.

I magistrati nelle 18 pagine di ordinanza, concludono così: “I fatti illeciti commessi dagli indagati non solo non sono estemporanei o occasionali, ma dimostrano al contrario, che nel comune di Terni, il sistema degli appalti pubblici non si è mai conformato alla normativa nazionale e comunitaria, e gli indagati hanno prodotto una palese distorsione delle procedure amministrative per il raggiungimento di finalità politico-amministrative, cioè garantire l’aggiudicazione dei servizi a imprese o associazioni di imprese operanti nel territorio ternano. In particolare, in tutte le gare esaminate l’iniziale illegittima aggiudicazione e/o la illegittima proroga del servizio ha favorito cooperative sociali nel territorio ternano ed ha impedito che alle gare potessero partecipare altri competitori, italiani o europei”.

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