Gubbio, due nuovi assessori in giunta: entrano Cecchetti e Morelli. Stirati prova a superare i conflitti interni

GUBBIO – Due nuovi ingressi in giunta, quello di Rita Cecchetti, che ottiene le deleghe alle Risorse Umane e al Patrimonio, e quello di Marco Morelli, nuovo assessore al Bilancio. A presentarli, questa mattina in conferenza stampa, è stato il sindaco Stirati, che ha annunciato anche che l’assessore Giovanna Uccellani otterrà la delega alla Cultura e l’assessore Gabriele Damiani quella al Turismo, al posto dell’ormai ex assessore Oderisi Nello Fiorucci.

“Nello Fiorucci – ha subito chiarito il sindaco – non ha demeriti, abbiamo affrontato, con questo rimpasto, una questione politica, e rispetto a questo mi assumo in toto la responsabilità del riassetto. L’assessore Fiorucci è comprensibilmente amareggiato e dispiaciuto in relazione a un lavoro che avrebbe continuato a fare volentieri, ma in modo molto elegante ha rimesso il mandato nelle mie mani, non certo dimettendosi ma lasciandomi spazio d’azione. Fiorucci ha garantito a questa città e a questa amministrazione un lavoro e un metodo che rappresentano un patrimonio, un vero e proprio tesoro del quale come comunità e come amministrazione siamo dotati in maniera direi irreversibile. Voglio anche sottolineare, però, non certo a sminuire il lavoro dell’assessore Fiorucci ma a sottolineare continuità così da rassicurare gli operatori del territorio, come l’impegno sul turismo sia forte e fondamentale da sempre per questa giunta: il valore del lavoro di Fiorucci è un dato di fatto, è oggettivo, ma noi tutti sul turismo abbiamo le idee chiare e continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto”.

Nell’analizzare la situazione che ha portato a questa scelta, il sindaco, nella conferenza stampa tenutasi in diretta streaming, ha sottolineato con forza come “certe narrazioni giornalistiche abbiano raccontato qualcosa che non è: il Comune di Gubbio e quello di Spoleto, tanto per riportarne una, non hanno gli stessi problemi. C’è, in questo paragone, una grave e falsa forzatura di carattere politico: la maggioranza di questa città non ha mai messo in discussione sindaco e programma, mai nessun consigliere lo ha fatto. Sono due situazioni totalmente diverse, occorre essere rispettosi delle singole comunità, sempre”.

Il nuovo assetto, come ha spigato il sindaco, è figlio di una “questione di rappresentanza politica sorta con la diversa composizione consiliare che si è determinata nella maggioranza. Questo non avviene in modo indolore, sono passaggi figli di dialettiche interne, confronti, conflitti, ma – ha spiegato Stirati – abbiamo ritrovato il senso del nostro lavoro su alcuni punti fermi. C’è, di fondo, un giudizio positivo sul lavoro svolto, certo anche con la sollecitazione  a presidiare temi di maggior rilievo, a dare accelerazioni su alcuni punti del programma pur sapendo che ci muoviamo in un contesto di procedure che spesso sfuggono persino alla nostra capacità di intervento. Abbiamo acquisito 13 milioni di interventi per l’edilizia scolastica, ai quali se ne sono aggiunti altri, sono risorse che ci sono, sono concrete, e siamo pronti a utilizzarle al meglio. L’edilizia, dunque, ma anche le grandi opere, come il completamento del parcheggio di San Pietro per il quale stanzieremo 2milioni e mezzo di euro, ma pure la sanità, che vogliamo seguire da vicino, e rispetto alla quale vogliamo riacquisire titolarità. Non abbiamo alzato troppo il tono perché siamo altamente rispettosi di questo momento e di questa emergenza, ma al tempo stesso la Regione deve saper interloquire maggiormente con i territori, e vogliamo dirlo con forza. Sulla sanità i sindaci non possono essere convocati solo dal Prefetto, così come sull’ambiente e sui trasporti. Ci sono questioni sulle quali non possiamo transigere”.

Altra questione importante citata dal sindaco Stirati è quella dell’ambiente: “Abbiamo un mandato preciso e la Regione, anche su questo, non può latitare. Sono stato molto sfavorevolmente colpito dall’assenza della Giunta Regionale all’audit che abbiamo proposto, e allo stesso modo sono stato stupito dall’assenza del Partito Democratico: bisogna essere chiari e dire in modo trasparente cosa si sta facendo e come la si pensa. Ciò che è accaduto nella maggioranza – ha proseguito Stirati – deve farci riflettere: non solo dobbiamo d’ora in avanti impegnarci al massimo, ma dovremo essere capaci di un’azione collegiale della quale voglio assumermi la responsabilità ma che dovrà essere portata avanti da tutti, movimenti, gruppi e singoli. Dovremo essere capaci di socializzare i temi, affrontare insieme i passaggi, costruire istruttorie in maniera condivisa: abbiamo patito una situazione che non deve ripetersi. In primo piano deve e dovrà esserci la responsabilità di ciascuno e la voglia di fare squadra. Dobbiamo però – ha voluto chiarire il sindaco in chiusura – anche ricondurre a giusta dimensione i fatti che ci stanno alle recenti spalle: io leggo a volte da parte di alcuni una narrazione giornalistica che descrive uno scenario e una antropologia che sono pari forse solo a quelle dei pugnali del teatro elisabettiano. Mi preme ricordare che i consiglieri comunali sono volontari (il gettone dello scorso anno è stato devoluto in toto alla sanità), gli assessori sono altri volontari che ricevono un emolumento ridicolo, il cui ruolo spesso li sottrae a lavoro e famiglia. Invito perciò tutti a un maggiore rispetto delle loro figure: non posso accettare che si scriva che ci sono anelli deboli in giunta, siamo tutti concentrati sul lavoro da fare da qui al 2024. Voglio e vogliamo tutti garantire un ruolo alla città, uscendo dai cortili di casa: dobbiamo volare alto e nel contempo garantire il quotidiano, dobbiamo saper fare entrambe le cose. Ora, a strettissimo giro, ci aspettano l’approvazione del documento unico di programmazione e del bilancio, due atti importantissimi. Domani avremo subito una giunta molto intensa, ma voglio ribadire che la macchina è stata sempre in movimento, non abbiamo mai avuto freni rispetto all’azione amministrativa. Sarà mia cura, ma lo chiedo a tutti, garantire d’ora in poi collegialità, anche in consiglio, fermo restando che il dato elettorale del 2019 resta inequivocabile e fermo per tutti”.