Innovazione sociale, Coletto: ri-orientare l’azione regionale nelle politiche sociali

Perugia – Nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali FSE 2014-2020, la Regione Umbria ha avviato un proprio percorso per l’attuazione di politiche volte ad incentivare pratiche di innovazione: lo rende noto l’assessore regionale alla Salute e al Welfare, Luca Coletto, spiegando che “in questo contesto, la ‘Scuola di innovazione sociale’ rappresenta un’iniziativa di sistema volta ad accompagnare proprio i processi di innovazione sociale sui territori”.

  “Nell’ambito di questa azione, in collaborazione con la Scuola umbra di amministrazione pubblica, riparte l’attività denominata ‘Ri-orientare l’azione regionale nelle politiche sociali’ – spiega Coletto –  finalizzata a dare un nuovo orientamento alla programmazione sociale della Regione, attraverso la condivisione tra l’amministrazione e la realtà del Terzo settore di un metodo di costruzione delle politiche sociali che parta da una visione ‘di sistema’.  A maggior ragione dopo l’emergenza Covid-19, la risposta alle principali sfide che il sistema di interventi sociali dovrà affrontare – aggiunge – richiede  al settore pubblico la capacità  di entrare in dialogo con il Terzo settore e con tutti gli altri attori territoriali per realizzare insieme risposte efficaci”.

  Il cardine dell’azione quindi, sta nell’elaborazione e implementazione di interventi normativi e percorsi operativi e nell’individuazione di metodi e strumenti condivisi: “Non si tratta semplicemente di mettere a disposizione degli spazi e momenti formativi, bensì di costruire veri e propri laboratori di sussidiarietà – ha precisato – stabilendo quindi, un nuovo rapporto tra pubblica amministrazione ed enti del terzo settore come declinati dagli articoli 55-57 del Codice del terzo settore”.

“L’azione regionale – conclude – si inserisce nel percorso nazionale  che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha iniziato in questi mesi sul tema  dei rapporti collaborativi con gli enti del terzo settore. Come Regione quindi, potremo essere interlocutore attento e consapevole e dare il nostro apporto costruttivo alla definizione di questo modello collaborativo”.